Serve una rivoluzione alimentare per salvarci dalla crisi climatica!

Ridurre gli sprechi di cibo e passare ad una dieta prevalentemente vegetale, secondo Project Drawdown, sono due tra le 5 azioni più positive per il pianeta, in termini di riduzione delle emissioni.
 
Cosa vuol dire “prevalentemente vegetale“? La commissione internazionale di scienziati EAT-Lancet ha definito più precisamente una “dieta universale della salute” che sia contemporaneamente sostenibile e sana.
 
Gli scienziati di EAT hanno stimato che, al crescere della popolazione mondiale, per limitare a sufficienza le emissioni di gas serra, il consumo di acqua e suolo e la perdita di biodiversità, l’unica strada percorribile è la combinazione di un dimezzamento degli sprechi, il ricorso a nuove, più futuribili tecniche agricole, e di una completa reinvenzione del nostro modo di mangiare. Una rivoluzione alimentare!
 
Oggi, in Europa, il consumo di carne rossa – il peggiore per il clima – è oltre 4 volte maggiore di quanto raccomandato dallo studio. Negli USA, questa sproporzione è di oltre 6 volte! Anche i consumi di pollame, latticini e uova sono complessivamente insostenibili e incompatibili con le risorse del pianeta e il nostro budget residuo di CO2. 
Per fronteggiare la crisi climatica, e risolvere al tempo stesso molte patologie alimentari, noi europei dobbiamo tagliare di circa il 77% i nostri consumi di carne rossa e ridurre in generale il consumo di tutti i prodotti di origine animale. 
 
Al ritmo attuale, invece, il consumo globale di carne è destinato a raddoppiare entro il 2050.
 
Nella rubrica “FOODPRINT” abbiamo parlato dell’impatto della dieta e della carne sul clima.
 
Episodio #1
 
Secondo la FAO (Food and Agricoluture Organisation) il settore zootecnico è responsabile per il 14.5% delle emissioni di gas serra totali.
 
La produzione di mangimi per allevamenti è strettamente collegata alla crisi idrica mondiale ed è la prima causa di deforestazione. 
 
Episodio #2
 
In ogni fase del suo viaggio fino alla tavola, ogni alimento richiede energia acqua, risorse, e produce scarti ed emissioni climalteranti.
 
Secondo lo studio di Poore & Nemecek (2018) la produzione di 1 kg di carne bovina richiede 59.6 kg di CO2. Al confronto, 1 kg di riso ne produce 4 (15 volte in meno) e 1 kg di piselli solo 0.8!⠀
Episodio #3
 
In media, i cibi di origine animali richiedono oltre 10 volte in più di acqua rispetto a quelli vegetali. 
Per produrre un kg di carne bovina, per esempio, sono necessari tra i 15.000 fino addirittura a 200.000 litri. Per la stessa quantità di vegetali ne servono, invece, dai 500 ai 2.000. Per produrre 5kg di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media italiana in un anno.
 
Metà dei cereali e circa l’80% della soia prodotti nel mondo sono usati come mangimi per animali. 
Le sostanze chimiche utilizzate, oltre alle deiezioni non trattate degli animali negli allevamenti, inquinano il suolo e l’acqua, e secondo la FAO sono la causa principale dell’inquinamento chimico delle risorse idriche mondiali.
 
Più del 70% delle terre abitabili destinate ad uso agricolo è occupato da allevamenti o da coltivazioni di mangime per animali. 
L’80% delle aree disboscate della foresta amazzonica è stata adibita a pascolo. ll sovrasfruttamento dei pascoli, l’uso smodato di acqua e la deforestazione per la creazione di nuovi pascoli compattano il terreno, lo impoveriscono di vegetazione e accentuano i fenomeni di erosione e desertificazione. Storicamente, gli allevamenti sono stati la principale causa di deforestazione e trasformazione del suolo.
 
Nonostante più del 70% dei terreni agricoli sia destinato agli allevamenti, globalmente essi forniscono solo il 18% delle calorie globalmente assunte per il nostro sostentamento.
 

28 dicembre 2020

SAI DAVVERO QUANTO CI COSTA LA CARNE?

La tradizione “prevede” che nelle feste si mangi non poca carne. Ma se al prezzo dell’arrosto aggiungessimo i costi ambientali, con le ricadute sulla nostra salute e portafoglio, salirebbe di circa 2 volte e mezzo (del 146 per cento).

Questi costi non vengono mai calcolati. La produzione di carne è una delle maggiori cause della deforestazione amazzonica, e su scala locale produce rifiuti tossici, consuma energia e enormi quantità d’acqua.

100 grammi di carne producono 160 kg di CO2, occupano 14 metri quadri di terra e consumano 1480 litri di acqua.
Li paghiamo in media 2,50€ mentre, considerando l’impatto ambientale, dovremmo pagarli oltre 6€.
Invece, 100 grammi di legumi producono 0,06 kg di CO2, occupano 0,2 metri quadri di terra, consumano 103 litri di acqua e ci costano 0,40 centesimi, sempre, senza costi ambientali aggiuntivi.

I costi occulti del cibo a livello planetario ammontano già a oltre 12 mila miliardi di dollari, che nessuno paga e stiamo già subendo come danni ambientali e alla salute.

Vuoi farti un regalo per il tuo futuro o per quello dei tuoi figli? Ridurre il consumo di carne è fondamentale per affrontare la crisi climatica.

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