Sciopero in India contro la riforma dell’agricoltura

Giovedì 26 novembre, in India 250 milioni di agricoltori e lavoratori, insieme al resto della società, hanno scioperato contro la riforma con cui il governo vorrebbe rimodernare l’agricoltura.
Viene proposta una liberalizzazione del mercato e delle vendite, ma i contadini protestano perchè così non sarebbero più garantiti i prezzi minimi previsti ora.

La maggior parte dei contadini finora vendeva ai mandi, i centri di raccolta statali, che assicuravano un prezzo standard. Ora invece è possibile vendere direttamente alle catene di distribuzione, col risultato che la competizione favorirebbe le aziende più grandi.
I più a rischio sono i piccoli contadini che vendono ai mercati locali.

Oltre 31 organizzazioni del settore si stanno opponendo. Le proteste sono state particolarmente forti in Punjab e Haryana, dove il sistema dei mandi è particolarmente organizzato e il 65 per cento del grano è protetto. Chiedono per esempio che i mandi possano coesistere con il sistema liberalizzato per evitare la competizione con le corporation, che già in passato hanno usato mezzi come il dumping per modificare i mercati a loro vantaggio.

Il 70% delle famiglie indiane dipende dal lavoro agricolo. Ma le loro certezze economiche con queste nuove leggi possono andare in fumo. Potrebbero costringere molti a vendere e altri a passare a un’agricoltura intensiva che viene prodotta con un massiccio apporto di pesticidi.

Per approfondire:
People dispatch
CNN
Guardian
Al Jazeera

Foto di: Rajat Gupta/EPA e Altaf Qadri/AP

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