Sommario
1- Realizzare la GIUSTIZIA CLIMATICA E SOCIALE
2- Chi sono i MAPA? Le nostre interviste per dare voce alle persone più colpite dalla crisi climatica
3- Cos’è l’ECOCIDIO
Realizzare la giustizia climatica e sociale
Tutelare i lavoratori e le lavoratrici, i territori e le fasce della popolazione più esposte alle conseguenze della crisi economica e climatica. Questa è la terza richiesta fondamentale ai governi di tutto il mondo a partire dall’Italia, il terzo pilastro della campagna Ritorno al Futuro, una raccolta di 7 proposte (e un Allegato Tecnico) per ripartire post-Covid realizzate insieme a un team di esperte ed esperti. L’obiettivo è quello di chiedere che si rilanci l’economia puntando sulla Transizione Ecologica, per risolvere in questo modo sia la crisi economica che quella climatica.
In un’ottica di Giustizia Climatica, la riconversione deve avvenire tutelando i lavoratori e le lavoratrici ed il suo costo deve gravare su coloro che hanno le maggiori disponibilità economiche, nonché le maggiori responsabilità nella crisi climatica. È inoltre necessario predisporre un piano di aiuti economici per le persone ed i territori che subiscono direttamente le conseguenze degli stravolgimenti climatici. Lo Stato deve tornare a garantire davvero la salute di tutti i suoi cittadini, indipendentemente da reddito e status, e a tal fine deve rifinanziare in modo consistente il sistema sanitario nazionale, indebolito drasticamente negli ultimi anni dai tagli alla spesa pubblica. È inaccettabile il finanziamento dell’industria bellica, e tali fondi devono essere devoluti al welfare state e alla riconversione. La crisi climatica infine, oltre a minacciare la salute del nostro paese, ha conseguenze perfino peggiori sui Paesi più poveri. La siccità, la scarsità di cibo, la desertificazione alimentano tra l’altro le migrazioni di massa e i conflitti armati.
Qui sotto puoi leggere alcune NOTIZIE e PUBBLICAZIONI sul tema della Giustizia Climatica in una prospettiva globale e approfondire il suo legame con la Giustizia Sociale. Non può esserci l’una senza l’altra.
CHI SONO I MAPA?
“Chi sono i MAPA” è un’iniziativa che abbiamo lanciato nel dicembre 2020 per conoscere più da vicino le persone e le aree più colpite dalla crisi climatica (Most Affected People and Areas, da cui l’acronimo MAPA) che già stanno subendo le conseguenze del nostro sistema neoliberista predatorio basato sull’ingiustizia sociale e i combustibili fossili.
I giovani dei paesi più colpiti dalla crisi climatica hanno scritto una lettera aperta alle principali aziende responsabili della crisi climatica – BP, SHELL, EXXON MOBIL e CHEVRON – sugli impatti che questa crisi sta già avendo su di loro in misura sproporzionata. Chiamano tutti a unirsi contro l’ingiustizia climatica:
“Siamo costantemente ridotti a statistiche e storie tristi, ma le nostre voci contano per catturare il quadro completo. Siamo custodi del presente perché siamo testimoni di come l’intensificarsi della crisi ambientale non faccia altro che alimentare le fiamme delle crisi socio-economiche già esistenti che affrontiamo ogni giorno.”
Leggi la LETTERA COMPLETA
Come Fridays for Future Italia abbiamo quindi deciso di intervistare alcune attiviste e attivisti per il clima in tutto il mondo per amplificare la loro voce. Ascoltale e aiutaci a diffonderle! Contribuiamo a un’informazione completa sulla crisi e contrastiamo l’ingiustizia climatica!
Ecco le interviste finora realizzate:
COS’È L’ECOCIDIO?
L’ecocidio è un crimine contro la Terra e, di conseguenza, contro gli esseri umani. La definizione di ecocidio è la decimazione degli ecosistemi, dell’umanità e della vita. Il termine copre i danni diretti causati alla terra, al mare, alla flora e alla fauna all’interno degli ecosistemi colpiti nonché l’impatto che ne deriva sul clima. L’ecocidio ha impatti negativi su più livelli. Il danno non è solo ambientale, può essere culturale, psicologico ed emotivo ed interessare le comunità stesse, specialmente quando lo stile di vita di una comunità è profondamente connesso all’ecosistema colpito.
In tutto il mondo le comunità in prima linea stanno lottando per difendere la loro terra, l’aria, l’acqua, le foreste e i loro mezzi di sussistenza dalle attività estrattive come il fracking e le miniere, e dalla deforestazione, con pesanti impatti ambientali e sociali. E poi il land grabbing, l’accaparramento di terre che sta distruggendo intere regioni. Spesso tutto questo avviene lontano dagli occhi del mondo.
Basti pensare alla deforestazione dell’Amazzonia brasiliana che viene abbattuta al ritmo di un campo da calcio al secondo. Senza contare i danni alle popolazioni indigene e alla flora e fauna che abitano quei territori. Inoltre, la deforestazione è una delle cause maggiori dello spillover – il salto di un virus dagli animali all’uomo. Secondo Mongabay, lo scoppio di Covid-19 è probabilmente legato al commercio di animali selvatici e alla distruzione della biodiversità da parte dell’umanità, e i ricercatori affermano che il crescente slancio della deforestazione amazzonica sta creando le condizioni per lo scoppio di future pandemie.
Ad oggi, non c’è una legge di protezione della Terra che sia giuridicamente vincolante a livello internazionale. Questo significa che gli individui, i gruppi e le aziende, per la sola ricerca del profitto, possono distruggere ecosistemi e comunità senza timore di essere perseguiti. I singoli paesi hanno leggi e regolamenti ambientali, locali e nazionali, ma questi vengono regolarmente violati.
Inoltre, molto spesso, le sanzioni per i reati ambientali, che si limitano il più delle volte a compensazioni di tipo monetario, vengono dirette alle aziende piuttosto che ai singoli individui con potere decisionale all’interno di quelle aziende. Quello che manca, infatti, è la possibilità di addebitare una responsabilità personale per l’ecocidio e i crimini ambientali nei confronti dei vertici aziendali e degli stati. Istituire l’ecocidio come crimine internazionale porrebbe fine all’immunità e all’impunità di industrie e aziende colpevoli.
Per questi motivi è necessario introdurre il reato di ecocidio internazionale. L’ecocidio è da affiancare, in ambito legale, agli altri crimini internazionali sotto la giurisdizione della Corte penale internazionale (Cpi).
La Stop Ecocide Foundation ha la missione di sostenere l’affermazione dell’ecocidio come crimine internazionale, al fine di proibire e prevenire ulteriori devastazioni della vita sulla Terra. Si tratta dell’unica ong al mondo con questo obiettivo ed amministra Stop Ecocide una piattaforma di finanziamento globale senza precedenti, creata per finanziare la legge sull’ecocidio. Nel 2010 ha presentato alle Nazioni Unite la sua proposta per far diventare l’ecocidio un crimine internazionale.
L’Atlante di giustizia ambientale raccoglie invece le storie di comunità che lottano per la giustizia ambientale in tutto il mondo. Il suo obiettivo è quello di rendere queste mobilitazioni più visibili, di evidenziare le rivendicazioni e le testimonianze e di far emergere le responsabilità delle aziende e degli stati per i loro reati ambientali.
COSA PUOI FARE TU?
Ecco alcuni consigli:
- Approfondisci e diffondi l’articolo completo di Stella Levantesi per Lifegate (da cui è tratto il testo sopracitato): “La definizione di ecocidio: un crimine contro la pace che va fermato”
- Firma e diffondi la Campagna fondamentale: STOP ECOCIDE!
- Consulta l’Atlante di giustizia ambientale per sapere come supportare le comunità locali
- Scopri di più sulla campagna italiana GIUDIZIO UNIVERSALE per fare causa allo Stato e conosci tutte le cause attualmente in corso
- Guarda il Webinar Le “Climate Litigation” come strumento per la giustizia climatica. Cosa abbiamo imparato dalla pandemia di COVID-19 per affrontare le minacce future? In che modo il diritto può contribuire a fare fronte alla crisi climatica?)