Le foreste bruciano perché utilizziamo Facebook

Premettiamo che scrivere un articolo che tratta la correlazione tra mondo digitale e mondo reale sullo sfondo dei cambiamenti climatici è una sfida estremamente difficile, specialmente in un momento storico in cui è fondamentale mobilitarsi sul piano fisico per evitare il peggio (troverete quindi molti link di approfondimento che vi invitiamo ad esplorare).
Tuttavia oggi come non mai nella storia dell’umanità riteniamo sia fondamentale prendere coscienza sul fatto che gli strumenti che utilizziamo hanno pesanti ripercussioni politiche, sociali, economiche e quindi anche ecologiche (dai tempi della ruota).
Non possiamo più permetterci di abbassare la guardia solo perché certi temi ci sembrano troppo complessi o scollegati tra loro: la libertà dell’informazione è alla base della percezione stessa della nostra realtà.

Viviamo in una realtà complessa dove eventi apparentemente scollegati tra loro hanno relazioni intrinseche di cui spesso ignoriamo le conseguenze.

La storia che si ripete

Nonostante i movimenti ecologisti siano presenti fin dagli anni ’70, sono proprio le generazioni di quegli anni quelle che più hanno contribuito ad inquinare il pianeta Terra; attraverso l’adozione di uno stile di vita consumista e dipendente dal petrolio (benzina, plastica, prodotti chimici…). Vi siete mai chiesti come sia stato possibile un cambio così rapido, ampio e radicale della società?
In gran parte dobbiamo questo risultato a decenni (anni ’30) di martellanti campagne pubblicitarie di disinformazione e all’utilizzo non regolamentato di un nuovo e rivoluzionario sistema per la comunicazione e indottrinamento delle masse: la televisione commerciale.
Nonostante la storia e gli effetti della propaganda siano ben noti, ancora oggi la maggior parte delle persone è convinta di fare delle “scelte libere in base ai propri gusti personali“, in quanto è restia ad accettare l’idea che la propria scelta possa essere manipolata da altri attraverso strumenti di uso quotidiano.
È per questo che rompere abitudini come l’utilizzo di prodotti “usa e getta” è tanto difficile: sono comportamenti che si sono radicati e sedimentati nelle menti di miliardi di persone, diventando parte integrante delle loro identità individuali e simbolo di appartenenza ad un gruppo sociale.

D’altronde, all’epoca, chi pensava che un’azione banale come l’acquisto di qualche piatto o bicchiere di plastica potesse creare dei nuovi continenti galleggianti e mettere a rischio la nostra stessa salute?

OGGI mangiamo plastica perché
IERI abbiamo guardato troppa televisione commerciale

Sono bastati pochi decenni: la storia umana è stata riscritta sulla base di un’economia insostenibile a vantaggio di pochissime persone, dimenticando le sane abitudini del passato, come sotto l’effetto di un “contagio mentale progressivo”.
La cosa peggiore è che siamo stati noi a permetterlo, in modo del tutto inconsapevole.

Oggi si può finalmente dire che la correlazione tra plastica usa e getta e inquinamento sia finalmente sdoganata, tuttavia sono ancora pochissime le azioni volte a limitare l’azione martellante della pubblicità, vero catalizzatore del modello consumista.

La pubblicità ha snaturato Internet

L’avvento di Internet, nonostante le fondamenta libere e democratiche, non ha certo fermato questo processo, anzi, lo ha accelerato, mettendo nelle mani del capitalismo il canale perfetto per costruire strumenti sempre più efficaci e subdoli per entrare nelle nostre vite e plasmare le nostre menti.
Utilizziamo quotidianamente piattaforme commerciali come Facebook, Messenger, Instagram, WhatsApp, Google, YouTube, Amazon, Bing, LinkedIn, Twitter…convinti (dal sistema stesso) che “non ci sia niente di male in qualche pubblicità“, ma in realtà stiamo facendo lo stesso errore delle generazioni passate, lasciando che ancora più potere finisca nelle mani di pochi.

Si stima che nel 2019 il mercato USA degli Ads
raggiungerà i $129 miliardi di fatturato:

Infographic: Amazon Challenges Ad Duopoly | Statista

L’Advertising è il motore della maggior parte dei servizi Internet che utilizziamo quotidianamente e i nostri soldi combinati ai nostri dati forniscono la miscela che lo alimenta: utilizzando questi servizi “ingannevolmente gratuiti alimentiamo inconsapevolmente il fuoco del capitalismo che sta surriscaldando il pianeta.

I likes ci hanno rubato la democrazia

Nel marzo del 2018 esplose lo scandalo di Cambridge Analytica (5 anni dopo le rivelazioni di Snowden sull’NSA): Mark Zuckemberg finì per fare personalmente le scuse al Congresso USA e Facebook perse 150 miliardi di valore in poche ore. A seguito di tutto questo l’Europa rispose con la legge GDPR, ma il danno ormai era stato fatto: le marionette politiche sono state abilmente posizionate e continueranno a spingere il pianeta verso il collasso.
E non pensiate che questo accada solo all’estero: è un fenomeno ben radicato anche nella politica Italiana.
Eppure, nonostante la gravità dell’accaduto per la nostra democrazia, non abbiamo cambiato le nostre abitudini e la maggior parte di noi utilizza ancora Facebook, Messenger, Instagram e/o WhatsApp (tutte proprietà di Facebook Inc.).

Purtroppo il problema non si arginerà da solo, anzi, l’azienda ha ufficializzato (nonostante lo avesse precedentemente negato) la fusione delle proprie App: Facebook, Messenger, WhatsApp e Instagram diventeranno un unico network.
Questo conferma quanto già in molti sospettavano: Facebook è in possesso dei profili personali e delle conversazioni private di almeno 1/3 della popolazione mondiale. Sapendo tutto sulle nostre abitudini passate e presenti è di fatto in grado di pilotare il nostro futuro: purtroppo George Orwell ci aveva visto giusto.

Fridays For Future stesso e altri movimenti ambientalisti sono “obbligati” ad avere e gestire profili Facebook ed Instagram: attualmente queste piattaforme sono l’unico modo per raggiungere certe fasce della popolazione. È un cane che si morde la coda.

I dati sono il “nuovo petrolio”

Una volta che cediamo (gratuitamente o addirittura pagando) i nostri dati a queste piattaforme digitali, essi possono essere venduti alle solite lobby che ci hanno trasformati in consumatori materialisti e individualisti negli scorsi decenni ed essere usati per manipolarci.
Difficilmente un’azienda investirà sia in pubblicità che in qualità del prodotto, per non parlare di etica e sostenibilità: più un’azienda investe in pubblicità (Ads) e più probabilità ci sono che abbia un impatto negativo sull’ambiente e sulla nostra salute.

Il problema è proprio questo, una cosa è citare il capitalismo e il consumismo come cause dell’inquinamento, un’altra è realizzare che sono le nostre scelte quotidiane, nessuna esclusa, dal cibo che mangiamo all’App che usiamo per scrivere ai nostri amici, che tutte insieme creano, direttamente e indirettamente, la nostra “impronta ecologica”. Parliamo quindi delle fondamenta del sistema sociale, economico e politico in cui viviamo: la combinazione di queste scelte è il vero voto politico che determina il nostro futuro.
Non è solo una questione di consumi energetici dei data center: oggigiorno i big data valgono più del petrolio e le AI sono considerate dai governi al pari di vere e proprie armi per il controllo delle masse.

Tutti i social network più utilizzati del pianeta operano grazie ad un modello di business basato sulla profilazione, ad eccezione di Telegram.

AziendaPiattaformaUtenti AttiviBusiness Model
Facebook IncFacebook2 miliardi e
853 milioni
Facebook Ads
Post Sponsorizzati
Maggiori Informazioni
Alphabet Inc (Google)YouTube2 miliardi
291 milioni
Google Ads
Video Sponsorizzati
Premium Membership
Maggiori Informazioni
Facebook IncWhatsApp2 miliardiInvio di dati a Facebook
Integrazione di Servizi
Maggiori Informazioni
Facebook IncInstagram1 miliardo e
386 milioni
Facebook Ads
Post Sponsorizzati
Maggiori Informazioni
Facebook IncMessenger1 miliardo
300 milioni
Facebook Ads
Maggiori Informazioni
Tencent IncWeChat / Weixin1 miliardo
242 milioni
Wechat Ads
O2O
Gaming
Dati al Governo
Maggiori Informazioni
ByteDanceTik Tok732 milioniTikTok Ads
Maggiori Informazioni
Tencent IncQQ606 milioniQQ Ads
Maggiori Informazioni
ByteDanceDouyin600 milioniDouyin Ads
Maggiori Informazioni
Telegram LLCTelegram550 milioniNessun profitto (come guadagna?)
Maggiori Informazioni
Sina CorporationWeibo530 milioniWeibo Ads
Maggiori Informazioni
Snap IncSnapchat514 milioniSnap Ads
Maggiori Informazioni
Beijing Kuaishou Technology LtdKuaishou481 milioniLive Streaming
Ads e marketing
E-commerce e giochi
Maggiori Informazioni
Pinterest IncPinterest478 milioniPinterest Ads
Maggiori Informazioni
Reddit IncReddit430 milioniReddit Ads
Premium Membership
Maggiori Informazioni
Twitter IncTwitter397 milioniTwitter Ads
Data Licensing
Maggiori Informazioni
Microsoft CorporationLinkedIn310 milioniLinkedIn Ads
Premium Membership
Maggiori Informazioni
Most popular social networks worldwide (2021)

L’inquinamento della nostra psiche

Oltretutto la dannosità di likes e condivisioni è invisibile, al pari delle radiazioni o dei PM10, ma gli effetti sulla nostra psiche sono ben noti.

I risultati dell’utilizzo di queste tecnologie sono sotto gli occhi di tutti: i leader politici stanno diventando sempre più anti-ecologici ed estremisti, causando catastrofi di portata planetaria. La foresta amazzonica è tornata ad essere disboscata a ritmi insostenibili e viene lasciata alle fiamme e quest’estate abbiamo perso milioni di ettari di foreste in vari continenti.
Eppure siamo ancora convinti che “siamo liberi di scegliere”: purtroppo non è così.

“Living with this disinformation propaganda every single day…
it does work! It does have an impact on real life,
whether people believe it or not.

“Vivere con questa propaganda di disinformazione quotidiana…
funziona! Ha un impatto sulla vita reale,
che le persone ci credano oppure no.

Brittany Kaiser (ex direttrice allo sviluppo di Cambridge Analytica) in The Great Hack.

Per capire meglio lo scandalo di Cambridge Analytica si consiglia la visione dei film “Brexit“, “The Great Hack” e “Social Dilemma“.


Le nostre scelte sono costantemente manipolate perché nessuno è psicologicamente immune da un simile bombardamento di disinformazione: siamo ufficialmente entrati nell’era della post-verità.

Se non iniziamo a scegliere scrupolosamente gli strumenti per gestire le nostre vite digitali, il nostro destino nel mondo reale è segnato.

Quindi cosa possiamo fare?

Come possiamo reagire nel nostro piccolo per creare un cambio più ampio?

La buona notizia è che piccole scelte posso portare
a grandi ed immediati miglioramenti nelle nostre vite
e in quelle delle persone che frequentiamo.


Riflettiamo sul passaggio epocale dagli SMS ai messaggi istantanei: nessuno tornerebbe di certo indietro perché i vantaggi in termini funzionali sono innegabili, tuttavia al tempo non fu adottato un protocollo aperto per le App di messaggistica e questo portò WhatsApp a dominare il settore. Lo stesso accadde per Facebook e altre piattaforme che si sfidarono per creare ognuno il proprio walled garden su cui costruire il proprio business: l’errore fu proprio non imporre un protocollo standard di interoperabilità e lasciare queste aziende libere di farsi la guerra, alla fine della quale vince sempre chi ha il portafoglio più grande: è da questa “piccola dimenticanza” che nacque il monopolio di Mark Zuckerberg.
Più persone usano una piattaforma chiusa e più sono obbligate a farlo, pena l’esclusione sociale e commerciale: ecco creato il circolo vizioso in cui viviamo ancora oggi!

È fondamentale scegliere sempre protocolli interoperabili, software open source e servizi etici: ne va della nostra democrazia e con essa il futuro della specie umana.

È soprattutto per queste motivazioni che più di 70 organizzazioni si stanno battendo per “rendere interoperabili i giganti del web“: una delle azioni più importanti per salvaguardare la nostra possibilità di scelta e di conseguenza il nostro futuro, ma di cui purtroppo quasi nessuno parla.
Usare e diffondere App open source e non profit (ancor meglio FOSS) è un’azione politica: è un modo semplice ed immediato per rompere il circolo vizioso che obbliga le persone che frequentiamo ad usare Facebook per rimanere in contatto con noi o i nostri progetti. Avere canali alternativi è fondamentale sia a livello privato che pubblico: anche molte aziende iniziano a rendersene conto.

Ecologia Informatica

Noi di Fridays For Future stiamo cercando di trovare un equilibrio tra “non usare Facebook” e “usare solo Facebook”, cercando di dare priorità all’utilizzo di strumenti open-source ed etici ovunque sia possibile, ampliando poco a poco i canali nei quali seguirci e riducendo la dipendenza dalle Big Tech.

In conclusione diamo 3 consigli che pensiamo chiunque dovrebbe seguire e diffondere:

  1. USARE SIA TELEGRAM CHE SIGNAL
    • Telegram è estremamente diffuso e funzionale, quindi non avrai difficoltà a trovare amici e familiari che lo usano, sposta qui più conversazioni che riesci e soprattutto cerca di convertire più gruppi WhatsApp e Facebook possibile in gruppi Telegram
    • grazie ai canali Telegram potrai inoltre seguire gli aggiornamenti che ti interessano senza affidare la scelta ad un algoritmo, ti suggeriamo per esempio i canali @FFFitalia e @XRitaly (il canale di Extinction Rebellion Italia), ma ne esistono tantissimi altri!
    • Signal è indubbiamente il più sicuro, ma è ancora poco diffuso, usalo in particolare quando devi comunicare informazioni riservate e di cui non vuoi che rimanga alcuna traccia
    • in questo modo chiunque abbia il vostro numero di telefono potrà contattarvi in modo sicuro e contribuirete a rompere la dipendenza collettiva da WhatsApp, Facebook Messenger e i messaggi privati di Instagram, riducendo il monopolio di Facebook Inc.
  2. USARE BRAVE E/O FIREFOX
    • Brave è la scelta più semplice e indolore per navigare sul web senza essere profilati (è quasi identico a Chrome), nascondendo automaticamente la pubblicità sui siti in cui navighi ed eliminando bottoni e altri elementi che tracciano le tue attività sul web
    • grazie a Brave Search potrete inoltre fare ricerche prive di manipolazioni (sappiate che Ecosia guadagna attraverso Bing Ads, il che ci porta a non consigliarvelo)
    • Mozilla FireFox è un’ottima opzione per chi è ha più esperienza, infatti ha bisogno di una serie di accorgimenti per essere davvero efficace
    • riducendo il monopolio di Google ed eliminando i sistemi di tracciamento aiuterete a dismettere una parte consistente del modello di business che alimenta il sistema tossico in cui viviamo
  3. USARE PROTONMAIL E/O TUTANOTA
    • sia Protonmail che Tutanota sono ottime alternative private a Gmail e ad altri servizi di posta che analizzano costantemente le nostre conversazioni

Per approfondire questi temi ti suggeriamo alcuni progetti italiani che riteniamo degni di nota e fiducia:

scritto da Francesco Marino per Sostenibilità Digitale

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