Avvicinandosi sempre di più lo sciopero globale per il clima di venerdì 11 aprile, è fondamentale parlare delle tante lotte locali che il movimento porta avanti, tra cui quelle qui a Pavia.
Dopo due anni in cui ci siamo occupati prevalentemente di mobilità e cementificazione raggiungendo importanti obiettivi, tra le battaglie che stiamo facendo è fondamentale quella per la nascita della prima Comunità Energetica Rinnovabile (CER) di Pavia: si tratta di un impianto di energia rinnovabile autoprodotta e autogestita direttamente dall3 consumator3 per contrastare la crisi climatica e l’aumento dei prezzi dell’energia. Grazie a nuovi regolamenti nazionali e internazionali, costituire una CER è sempre più accessibile dopo anni di battaglie per ottenere queste semplificazioni.
In questi mesi, interfacciandoci anche con le istituzioni, il progetto è stato lanciato attraverso una collaborazione con il Comune dando un segnale importante. L’obiettivo è creare partecipazione dal basso e, grazie al surplus energetico prodotto dalla Comunità, finanziare progetti di utilità per cittadini e cittadine. Infatti grazie all’efficienza di questi progetti, è possibile identificare guadagni che però, nello spirito delle CER, vanno reinvestiti a beneficio di tutt3.
Questa campagna vincente è anche il frutto di anni di battaglie contro ENI, principale azienda fossile italiana, che proprio nella nostra Provincia ha una Raffineria, simbolo delle devastazioni ambientali che impunemente porta avanti.
Mentre infatti lavoriamo per la prima CER in città, quest’anno ENI ha ottenuto il via libera dall’Università di Pavia per il master MEDEA, un percorso di studi interamente finanziato, scritto, gestito e ideato da ENI, che ha come obiettivo formare il proprio futuro quadro dirigente per implementare greenwashing e devastazione del territorio.
Vediamo così le difficoltà enormi di portare un vero cambiamento quando i colossi del fossile dispongono di mezzi e risorse spesso maggiori di quelle dei Comuni e delle istituzioni. Purtroppo si tratta di una situazione sempre peggiore, specie nelle piccole città dove l’opinione pubblica è molto meno mobilitata che altrove. Ecco perché è ancora più importante occuparci di temi che, come le comunità energetiche, diano la possibilità di parlare delle alternative valide e più efficienti oltre che economicamente vantaggiose.
La necessità che vediamo ora è quella di costruire comunità locali in grado di contrastare il collasso climatico organizzandosi anche attraverso le CER e simili strumenti. Con l’avanzare della crisi climatica, la resistenza nasce dal basso.
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