Il fallimento del summit delle Nazioni Unite sulla biodiversità

SUMMIT DOPO SUMMIT, LA BIODIVERSITÀ NON È MAI STATA PIÙ IN PERICOLO!

Il 30 settembre, a New York c’è stato il Summit delle Nazioni Unite – virtuale – sulla biodiversità. Un’occasione speciale, quest’anno, in cui a causa dei lockdown abbiamo visto la natura tirare un respiro di sollievo per un breve periodo. Poca cosa di fronte all’ingente perdita che il Pianeta ha subito negli ultimi cinquant’anni. Tre quarti delle terre emerse sono stati alterati e si è perso l’85% delle aree umide. Due terzi degli oceani hanno subito danni.

Il risultato è che l’abbondanza delle specie native è calata del 20%, e più del 40% degli anfibi, il 33% dei coralli e un terzo dei mammiferi marini sono minacciati di estinzione. Nella storia della Terra le specie si sono sempre naturalmente estinte. Ma ora lo fanno da 100 a 1000 volte di più. Non spariscono solo le specie ma si riduce anche il numero: noi umani dal 1970 abbiamo già fatto sparire il 60% delle popolazioni di mammiferi, uccelli, pesci e rettili.

Non è certo una novità. I governi avevano deciso passi importanti per proteggere la biodiversità nel 2010 in Giappone. Nessun impegno è stato mantenuto.

Il capo del dipartimento biodiversità delle nazioni unite Elizabeth Maruma Mrema ha parlato chiaro: siamo a un bivio che deciderà la vita delle future generazioni.
La crescita della popolazione, l’agricoltura intensiva, il consumo di suolo, lo spreco di energia, l’utilizzo dei fossili, l’ubiquità della plastica, stanno mettendo a repentaglio la vita di animali, piante e microrganismi e dell’uomo. E come abbiamo sperimentato nel corso di questa pandemia, abbiamo perso i naturali meccanismi difensivi che ci permettevano di non subire danni elevati. Se le foreste non posso più essere tali, gli oceani si trasformano solo in pozze d’acqua, anche l’uomo non potrà più essere tale.

Al summit non hanno partecipato Usa e Brasile, che continuano a preferire il negazionismo.
Si spera però che i ripetuti allarmi sulle connessioni tra patologie zoonotiche, che derivano dagli animali come il Covid 19 e la distruzione della natura, producano qualche effetto.

Noi avremmo preferito che accadesse perché abbiamo colto i segnali e desideriamo riconnetterci con la nostra casa comune.

 

Fonte Nazioni Unite

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