Conte ha scelto la sua squadra per gestire i fondi UE ed è pronto per il 1921!

Parliamo di:

Claudio Descalzi (Eni), Francesco Starace (Enel), Marco Alverà (Snam), Gianfranco Battisti (Ferrovie dello Stato), Alessandro Profumo (Leonardo – Finmeccanica) e Fabrizio Palermo (Cassa depositi e prestiti).

Li riconoscete? Esatto, sono gli AD di alcune tra le aziende italiane più inquinanti, o comunque problematici da vari punti di vista.

Clima:

ENI è una delle aziende più inquinanti al mondo, che continua ad investire nella ricerca e l’estrazione di idrocarburi. Snam si occupa di Gas Fossile, Leonardo costruisce elicotteri da guerra, Cassa Depositi e Prestiti sostiene economicamente diverse aziende inquinanti. Come possiamo pensare che decideranno, contro i propri interessi, di investire nella decarbonizzazione, quando non danno alcun segno di voler riconvertire le loro attività inquinanti?

Giudiziario:

Descalzi è imputato per corruzione internazionale, Battisti sta gestendo un conflitto interno alle Ferrovie per un alto dirigente indagato per corruzione, Profumo è condannato a sei anni di carcere per false comunicazioni sociali per i bilanci del Monte dei Paschi (anche se i pm avevano chiesto l’assoluzione, visto che ha solo recepito le indicazioni della Banca d’Italia).

Conflitto di interessi:

I sei manager hanno come azionista di riferimento lo Stato, ma quasi tutti si trovano in società che hanno anche soci privati ai quali devono rendere conto e garantire dividendi.

L’impiego delle risorse del Recovery Fund italiano dovrebbe essere deciso con un’ottica di lungo periodo che guardi all’interesse del paese, prima che all’andamento di Borsa delle sue società più grandi! Queste aziende sono tra le maggiori responsabili della crisi climatica: non possiamo affidarci a loro per stendere un piano che ci porti a zero emissioni.

#NonFossilizziamoci

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