Caro Sgarbi, vai a dire alle montagne di Massa Carrara che le pale eoliche deturpano il paesaggio

“Le pale eoliche sono orrori e violenza, come stuprare i bambini”

Una dichiarazione del genere farebbe solo che ridere, se non fosse che:

1. Vittorio Sgarbi è il sottosegretario alla Cultura del nuovo governo, Ministero che si articola nei territori attraverso le Sovrintendenze
2. “Rovinano il paesaggio” è uno dei leitmotive usato dalle Sovrintendenze per bloccare nuovi progetti rinnovabili
3. Era serio

Il ritmo con cui in Italia stiamo installando nuove rinnovabili è letargico, non superiamo i 2GW annui, e tra le cause ci sono numerosi blocchi autorizzativi in difesa del panorama.

Ci mancherebbe, ma perchè lo stesso problema non viene posto prima di costruire una centrale, un nuovo mega impianto, un magazzino Amazon, o ampliare un altro aeroporto?

E se il gusto estetico può essere soggettivo, l’impatto ambientale non lo è affatto.

Quanti paesaggi e beni culturali perderemo se lasceremo che l’industria fossile devasti le nostre campagne, o che la crisi climatica sommerga le nostre città.

L’affermazione di Sgarbi fa eco alle reali posizioni della destra.

Nel suo discorso di insediamento Giorgia Meloni recitava “chi più di un conservatore tiene alla conservazione dell’ambiente”, sebbene il suo partito sia a favore di nuove trivellazioni nell’Adriatico, che uccidono i nostri mari.

Ma la tutela del paesaggio è una priorità a fasi alterne. Durante la sua visita a Carrara, Sgarbi elogiò le immense cave di marmo che stanno sgretolando le montagne, affermando che “se avessimo dovuto essere rigorosi nella salvaguardia dela natura, oggi non avremmo le sculture di Michelangelo o Canova”.

Come nel caso di Carrara, in cui il 75% del marmo diventa polvere e carbonato di calcio (non proprio statue di Canova), di nuovo la scelta tra bellezza e ambiente è pretestuosa, e fa il gioco di chi da anni demonizza le rinnovabili per rallentare l’uscita dall’economia fossile.

E siamo già in estremo ritardo, per arrestare il riscaldamento globale entro i +1.5°C dobbiamo decarbonizzare l’economia italiana nel giro di dieci anni.

Sembra parecchio tempo, ma tranquillɜ: per smettere di dire boiate e parlare seriamente di clima ci vuole molto meno.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!