Il CMCC, referente in Italia dell’IPCC, ha pubblicato una nuova, scioccante analisi dei rischi climatici che si prospettano per l’Italia a causa del surriscaldamento globale.
Purtroppo le spaventose prospettive snocciolate dagli esperti sulla base dei più aggiornati dati, con impatti pesantissimi anche nella più “rosea” ipotesi di alterazione climatica presa in esame, hanno meritato poche righe su qualche testata, sono cadute nel solito vuoto mediatico sull’emergenza climatica.
Ma trattandosi del nostro futuro, noi non ci possiamo permettere il lusso di sorvolare. I danni economici, sociali e del territorio che il rapporto prospetta per ogni regione e settore del paese sono senza precedenti. E ci toccheranno prima di quanto possiate immaginare: leggere per credere.
- L’acqua a nostra disposizione sarà quasi dimezzata (-40%) entro il 2080.
- Gli incendi boschivi aumenteranno del 20%, in tutti gli scenari analizzati.
- Ci sarà un forte aumento del rischio idrogeologico per 7 milioni di persone, che già oggi vivono o lavorano in aree ad “alta pericolosità” per il dissesto idrogeologico. Pensate che il 91% dei comuni italiani è a rischio frane e alluvioni!
C’è poi un aspetto che noi non ci spieghiamo: nell’analisi è stato scelto di escludere l’unico scenario climatico dell’IPCC – il “RCP 1.9” – che corrisponde a quanto concordato come obiettivo dai governi di tutto il mondo durante gli Accordi di Parigi: ovvero quello che limita il surriscaldamento globale ad un massimo di +1,5°C… quasi fosse ormai inarrivabile…
Ci aspettiamo che il Ministro Costa in persona rassicuri gli scienziati del CMCC (e all’occasione anche noi e l’Italia tutta) che questo esecutivo manterrà quanto siglato a Parigi, che non sarà lui a gettare la spugna, consegnandoci alla condanna climatica collettiva.
Non ce lo possiamo permettere!
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