La stagione ciclonica del 2019 era stata più intensa di quella già eccezionale del 2018, con l’imperversare nell’Oceano Indiano di OTTO cicloni,il doppio della media stagionale, di cui due “Extremely severe” e uno, Kyarr, addirittura di categoria “Super”, categoria che non si registrava dal 2007.
La stagione ciclonica del 2020 è cominciata in anticipo, e con violenza inaudita, con un nuovo “Super Cyclonic Storm” battezzato #Amphan. Secondo le segnalazioni del @JTWC (Joint Typhoon Warning Center) la sua intensità è cresciuta in modo esplosivo: da categoria 1 a 4 in sole sei ore, raggiungendo una potenza che non si vedeva dal 1999.
Raffiche di vento di 240 km/h e onde alte 5 metri: l’impatto con le coste del Bangladesh è avvenuto ieri e si prevedono danni enormi.
In Bangladesh sono state evacuate preventivamente più di 2 milioni di persone (tra cui la vulnerabilissima popolazione dei rifugiati Rohingya del Myanmar) e oltre 430 mila in India.
Non accettiamo che ciò che ora toccherà ai paesi attorno al Golfo del Bengala diventi una “nuova normalità” – perché la vecchia “normalità” era già una crisi, causata dall’inazione di fronte ad impatti sempre più devastanti.
Sappiamo chi ha rubato il nostro #futuro. Ma non lasceremo più passare in silenzio questo furto.
Come il ciclone, la nostra protesta si intensificherà esplosivamente.
Il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no!
Fonti e approfondimenti:
• Amphan e la stretta relazione tra super-cicloni e cambiamenti climatici
• 2020 North Indian Ocean cyclone season
• Rohingya senza pace. Dopo il Covid, il superciclone Amphan