La campagna internazionale #WithDrawTheCAP
La Politica Agricola Comune dell’UE si rinnova ogni 7 anni e definisce come distribuire i fondi a sostegno della produzione agroalimentare. Si tratta di 1/3 del bilancio totale europeo, tantissimo!! Eppure i criteri di assegnazione della PAC favoriscono le grandi aziende che utilizzano pratiche agricole dannose sia per il clima che per i diritti di lavoratrici e lavoratori. Senza contare gli immensi sussidi dati all’industria zootecnica!
Bisogna immediatamente ritirare la PAC passata al Parlamento, basata su ecoschemi ingannevoli e influenzata fortemente dalle lobby alimentari, per ricreare un testo che tuteli realmente l’ambiente e le piccole e medie attività
La PAC spiegata in breve
Leggi questo articolo per capire meglio cos’è la PAC:
MA PERCHÉ DOVREBBERO RITIRARE LA PAC?
1. REDDITO
Pochi gruppi ricevono l’80% dei fondi della PAC.
Stiamo perdendo le piccole e medie aziende perché non ricevono abbastanza aiuti per mantenersi, e la PAC è una delle cause!
In Italia il 20% dei beneficiari riceve l’80% dei pagamenti diretti PAC, mentre il reddito medio e il numero dei piccoli beneficiari continuano a diminuire. Il nostro Paese ha perso, tra il 2004 e il 2016, oltre 320 mila piccole e medie aziende agricole, mentre il numero di quelle “grandi” e “molto grandi” è andato aumentando.
Tutto questo deve cambiare: i pagamenti non devono essere legati esclusivamente all’estensione di superficie coltivata, ma basati su un criterio di progressività: più alti per i primi ettari, con una graduale riduzione per ettaro man mano che la superficie agricola aumenta e un azzeramento per le aziende con più di 60 mila euro di reddito. Il principio guida, in ogni caso, dovrebbe essere “pagare il lavoro e non il possesso della terra”
2. CONDIZIONALITÀ SOCIALE
Nessun aiuto economico a chi sfrutta lavoratrici e lavoratori e si macchia di caporalato.
Suona bene, vero?
Condizionalità sociale vuol dire nessun aiuto economico a chi sfrutta i lavoratori e si macchia di caporalato. Suona bene, vero? Peccato che dalla nuova PAC questo principio rischi di venire cancellato ancora prima di diventare legge a causa delle pressioni dei grandi gruppi agroindustriali.
I fondi PAC, inoltre, non devono andare a chi non lavora la terra: speculatori, grandi proprietari terrieri e fondi di investimento che affittano i loro terreni agli agricoltori devono smettere di percepire e trattenere per loro le sovvenzioni solo perché possiedono la terra. Non vogliamo più accettare nessuna speculazione sulla terra e sui diritti di lavoratrici e lavoratori!
3. TAGLIARE LE EMISSIONI: BASTA SOLDI AGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI
L’80% delle emissioni agricole di gas serra in Italia dipende dal settore zootecnico!
Eppure 2/3 dei fondi della PAC vanno a sostegno degli allevamenti intensivi
In Italia le emissioni agricole di gas serra dipendono per circa l’80% dal settore zootecnico. L’Europa ci dice che dal 2006 il loro trend di diminuzione è “stagnante”, mentre alcune componenti sono addirittura aumentate o sono sopra la media europea.
Attualmente circa due terzi dei fondi PAC sono spesi a sostegno del sistema degli allevamenti intensivi, ma una politica agricola davvero verde dovrebbe usare i fondi per riconvertire completamente il settore, riducendo di almeno il 70% la produzione e il consumo di carne a favore di diete a base vegetale e privilegiando le realtà locali ai circuiti dell’agribusiness.
4. Pesticidi e Fertilizzanti: oltre la Farm to Fork, per un cibo libero da veleni
Dobbiamo andare oltre la Farm to Fork, per un cibo libero da veleni.
L’Italia è il quinto paese europeo per pesticidi venduti.
Nel nostro paese si spargono 4,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti l’anno, oltre la metà dei quali inutilmente. Infatti finiscono nelle acque superficiali e nelle falde. Siamo il quinto paese europeo per pesticidi venduti: 6kg di principi attivi per ettaro, contro i 4 europei, mentre il nostro trend di diminuzione è più basso della media europea. L’Italia deve fare di meglio per superare l’obiettivo del dimezzamento entro il 2050 previsto nella strategia Farm to Fork.
Ricordiamo che la strategia Farm to Fork è stata pensata per trasformare il sistema alimentare Europeo rendendolo più sostenibile e meno impattante nei confronti degli altri paesi non europei, ma allo stato attuale il programma non è per nulla ambizioso.
5. BIODIVERSITÀ
Il 97% degli habitat agricoli italiani è in condizioni cattive o inadeguate, vogliamo più soldi per tutelare la biodiversità e proteggere i prati permanenti
Secondo la commissione europea, il 97% degli habitat agricoli italiani è in condizioni “cattive” o “inadeguate”, mentre solo il 2,6% può essere considerato in buono stato e la situazione della biodiversità è in costante peggioramento.
Il piano italiano per la prossima PAC deve contenere interventi che portino a raggiungere e a superare la soglia del 10% delle aree da destinare alla tutela della biodiversità come indicato dalla Strategia Europea Biodiversità 2030, proteggere in modo rigoroso i prati permanenti nelle aree protette e dedicare un budget adeguato alle misure per la biodiversità su entrambi i pilastri.
6. NO FALSI ECOSCHEMI
Gli ecoschemi proposti sono dei grandi inganni.
Ridurre il numero di animali allevati, pratiche agroecologiche… ecco di cosa c’è realmente bisogno!
Gli ecoschemi sono stati presentati come la grande svolta verde della nuova PAC, ma rischiano di diventare l’ennesimo modo per sostenere l’agroindustria. Per essere efficaci devono portare tangibili benefici ambientali, come la riduzione del numero di animali allevati per ridurre le emissioni e gli impatti all’ambiente, o lo sviluppo di pratiche agroecologiche. Devono quindi sparire indicazioni generiche a pratiche come l’agricoltura di precisione, o misure che sembrano fatte su misura per consentire agli allevamenti intensivi di accedere ai fondi “verdi” facendo solo piccoli e fuorvianti “miglioramenti” per il benessere animale, inadeguati sia per gli animali che per l’ambiente. Le pratiche proposte dovranno essere realmente trasformative del modello di produzione del cibo, non greenwashing.
7. SALUTE
Il 70% della superficie agricola globale è destinata alla produzione di carne e prodotti di origine animale.
Il 73% di tutte le malattie infettive emergenti è diretta conseguenza del sistema globalizzato degli allevamenti intensivi.
Preveniamo prima che sia tardi!
L’epidemia che stiamo vivendo affonda le radici nella distruzione degli ecosistemi e della biodiversità, in gran parte legata all’espansione di agricoltura e zootecnia. Il 70% della superficie agricola della Terra è destinato alla produzione di carne e prodotti di origine animale e il 73% di tutte le malattie infettive emergenti è diretta conseguenza del sistema globalizzato degli allevamenti intensivi. Se anche nel nostro Paese non cambiamo il sistema agroalimentare, a partire dall’adozione di diete e filiere ecologiche a base vegetale, anche la nostra salute continuerà a farne le spese. Serve mettere in discussione il tabù della sovrapproduzione e dello spreco conseguente, (riorganizzando il sistema alimentare in chiave agroecologica, equa e solidale).
Attiviamoci per chiedere di ritirare questa PAC!
Ora tocca a noi, tocca a te! Alziamo la voce per una PAC e un futuro migliore