Solidarietà a Giovanna, attivista NoTav

In questi ultimi giorni si è riaccesa la lotta in Val di Susa, a dell’operazione di polizia che ha portato allo sgombero del presidio di San Didero il 13 aprile, per riprendere i lavori per la realizzazione dell’autoporto, opera preliminare alla costruzione della linea ad alta velocità. 

La storia del TAV Torino-Lione è una storia che ha oramai 30 anni e che è costellata di abusi sul territorio e sui suoi abitanti, di corruzione, di militarizzazione ma anche di una forte resistenza popolare che da decenni blocca la realizzazione di questa linea intorno alla quale si giocano visioni di mondo e immaginari diversi. 

Da un lato, il paradigma delle grandi opere, ancora viste come indispensabili e come simbolo dello sviluppo. Dall’altro, comunità resistenti che costruiscono giorno per giorno modi di vivere alternativi, basati sulla giustizia, la democrazia e l’ecologia.

Durante le proteste dei giorni scorsi Giovanna, attivista NoTav, è rimasta gravemente ferita da un lacrimogeno, contenente gas CS (a base di cianuro e bandito dalla Convenzione di Ginevra) e lanciato ad altezza uomo, da parte delle forze dell’ordine. Il lacrimogeno ha colpito il suo viso e Giovanna è attualmente ricoverata in ospedale con multiple fratture al viso, per le quali ieri ha subito un intervento. Per fortuna sta meglio e i medici hanno escluso danni neurologici e alla vista.

Vogliamo far sentire la nostra vicinanza a Giovanna. Ora più che mai è urgente opporsi a un modello di sviluppo che ci ha portat_ alla crisi ecologica e pandemica globale che stiamo vivendo, che su queste basi non potrà far altro che aggravarsi.

Forza, siamo con te!

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