Il 17 settembre l’attivista no Tav Dana Lauriola, storica portavoce del movimento, viene tradotta in carcere a seguito di una condanna a 2 anni di reclusione.
Per la magistratura torinese, Dana è colpevole di aver preso parte a una manifestazione nel lontano 2012, in cui lei e altr* 300 attivist* bloccarono per circa 20 minuti il casello autostradale di Avigliana, in Val di Susa. Nello specifico ciò che le viene contestato è l’essere intervenuta ad un megafono durante l’azione, distribuendo volantini e lasciando passare gratuitamente le auto, causando un danno economico, già rimborsato, di 777 euro alla società che detiene la concessione della tratta Torino-Bradonecchia.
La suddetta manifestazione si svolse in modo pacifico e nonviolento: questo è uno dei motivi che ci spinge a prendere parola come Fridays for Future.
Come attivisti e attiviste per il clima, impegant* nella tutela ambientale ci sentiamo particolarmente colpiti da questa vicenda perché un domani potremmo essere noi a subire gli stessi attacchi a causa delle nostre idee, in conflitto con il sistema distruttivo in cui viviamo.
Chi lotta per il futuro non può essere considerato un criminale poiché tutte le nostre azioni sono mosse da un’urgenza a cui non possiamo sottrarci, il diritto a una vita dignitosa.
Ci teniamo a sottolineare che il tribunale ha considerato tra le aggravanti il luogo di residenza di Dana (Bussoleno, Val Susa) e il suo mancato passo indietro rispetto alle proprie idee e all’attivismo. Questo ci sembra particolarmente grave poiché non è il reato ad essere oggetto di processo ma le convinzioni e la difesa del territorio.
Questo episodio si inserisce in un quadro più ampio di repressione, che vede protagonista il Tribunale di Torino, che limita e punisce sistematicamente ogni manifestazione di dissenso politico in città.
“Esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione non violenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali“, ha dichiarato in una nota ufficiale Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
Con questa lettera ci rivolgiamo apertamente alle testate giornalistiche nazionali: già in passato vi abbiamo interpellati, sottolinenando l’importanza del vostro ruolo nella lotta contro la crisi climatica. Oggi ribadiamo quanto sia fondamentale da parte vostra dire la verità, non soltanto nel raccontare una crisi, ma anche nel riportare correttamente e con la dovuta attenzione l’attivismo dei movimenti dal basso. La notizia dell’arresto di Dana è stata narrata in modo scorretto e insufficiente nel tentativo di farla passare in sordina. Allo stesso modo numerose altre iniziative di attivismo ambientale sono state silenziate, nonostante il loro impatto; proprio questa settimana a Roma più di sessanta attivisti hanno bloccato l’ingresso della sede amministrativa di ENI per ben 53 ore, senza che la notizia venisse riportata da alcuna testata.
Crediamo che il vostro dovere sia quello di narrare fedelmente la verità nell’interesse della popolazione. Vi chiediamo dunque di pubblicare questa lettera: saperi liberi formano persone libere di cambiare il sistema.
Concludiamo rinnovando la nostra solidarietà a Dana, Nicoletta Dosio e tutte e tutti coloro la cui libertà verrà compromessa per via della scelta di prendere una posizione contro la distruzione del nostro Pianeta.
Crediamo sia doveroso da parte nostra, ribadire l’importanza di schierarsi in prima persona nella lotta contro la crisi climatica e la difesa dei territori, è fondamentale parlare di queste vicende ma altresì non farsi intimidire da queste, abbiamo bisogno di tutte e tutti noi per portare un cambiamento reale in questa società !
Fridays For Future Italia