Si conclude il 9 aprile, la settimana della Scientist Rebellion

Si conclude il 9 aprile la settimana della Scientist Rebellion, che ha visto centinaia di scienziate e scienziati impegnatə in azioni di disobbedienza civile per denunciare l’inadeguatezza dei provvedimenti di governo contro la crisi climatica.

A Roma 4 ribelli si sono incatenati ai cancelli dell’università La Sapienza, per denunciare gli accordi presi dall’ateneo con i giganti del fossile Eni e Leonardo.

A Torino attiviste e attivisti hanno incollato le pagine dell’ultimo report IPCC, un allarme rosso per l’umanità, contro i vetri della Regione Piemonte, dove, fra le altre cose, non piove significativamente da tre mesi. L’ultimo ordine del giorno votato dalla Giunta prevede nuovi termovalorizzatori e l’aumento delle estrazioni di gas.

A Porto Marghera, si sono incatenatə ai cancelli di Eni per chiedere un incontro e discutere di decarbonizzazione.

In tutto il mondo le azioni sono state moltissime, così come gli arresti. Scientist Rebellion chiede una sola cosa, che la crisi venga affrontata dal mondo politico per quello che è: un’emergenza senza precedenti.
È tempo che chi è stato eletto per tutelare la cittadinanza metta in campo tutte le misure necessarie per fermarla.

«Il quadro non è più sostenibile. Agire ora è irrinunciabile.»

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