Sarebbe assurdo se il primo ministro Draghi, per ridurre la dipendenza dal gas russo, aumentasse la dipendenza dal gas di un altro paese politicamente instabile – tipo l’Algeria.
Sarebbe doppiamente assurdo se, in cambio, promettesse di esportare le rinnovabili anziché fare la transizione ecologica direttamente in Italia, sbloccando i progetti rinnovabili che rimangono impantanati per anni nella burocrazia.
E se poi ci mettesse il suo zampino pure Eni, avremmo fatto filotto.
È TUTTO VERO.
Infatti, Draghi ha formalizzato un accordo con il Presidente algerino Tebboune, firmato dagli AD di due tra le maggiori aziende fossili (Descalzi di ENI e Hakkar di Sonatrach), per ottenere 9 miliardi di metri cubi di gas fossile in più all’anno, oltre ai 20 miliardi che già importiamo dall’Algeria annualmente.
Il gas metano non è la soluzione.
La guerra è fossile, la pace è rinnovabile.
Caro Draghi: se fino a pochi giorni fa era vero che “anche senza gas russo saremmo coperti fino a ottobre”, come mai questo retro front? Non sarete mica il governo dei migliori ipocriti?