L’8% delle emissioni globali è attribuibile al turismo di massa e, di queste, il 75% è generato dai trasporti.
Poco meno della metà dei turisti nel mondo viaggia con la macchina, il 22% con l’aereo e il 30% utilizza altri mezzi.
Sul piano ambientale i risvolti negativi sono molteplici: dall’urbanizzazione selvaggia nelle località di mare all’aumento dei rifiuti, fino al deterioramento degli ecosistemi e all’esponenziale aumento del consumo di energie.
Le attuali politiche messe in pratica dall’Ue non tengono conto di due strategie preventive fondamentali per arginare il problema del turismo di massa: la dispersione dei turisti e permettere ai residenti di beneficiare dell’economia del turismo.
Un’alternativa esiste ed è il turismo sostenibile, basato sulla “regola delle tre E” – economy, equity, environment –, per cui la crescita economica è correlata alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e della cultura del luogo.
Così è possibile soddisfare le esigenze economico-sociali di turisti e locali senza ridurre lo stock di risorse naturali e rispettando i limiti ambientali, permettendo anche alle generazioni future di vivere le nostre stesse esperienze.