Il 19 Gennaio 2023 ci è finalmente giunto il responso legato a una vicenda giudiziaria che ci ha tenuto col fiato sospeso insieme al movimento ambientalista italiano e cioè che chi agisce in modo nonviolento per proteggere il futuro di tuttə noi venga sottoposto a una sorveglianza speciale (misura del codice antimafia).
Le azioni di disobbedienza civile che tanto stanno facendo discutere la nazione continueranno a prescindere da quelle che potranno essere le conseguenze legali del caso.
Immaginate quindi la soddisfazione nell’annunciare che le misure di sorveglianza per Simone, proposte per ostacolare il nostro impegno (o per meglio dire dovere morale), sono decadute ancora prima di poter essere messe in pratica concretamente.
Una decisione di rottura, da noi più volte sentitamente auspicata e che costituisce un precedente in positivo, una conferma di quanto una fetta sempre maggiore dell’opinione pubblica (fino ad arrivare in seno alla magistratura) stia prendendo a cuore la nostra causa, al di là dell’aggressività mediatica e di una negatività di fondo che, nel bene e nel male, dovremo affrontare sempre maggiormente.
Pare ancora sussistere, per il momento, la presenza di autonomia del potere giudiziario, oggettivo e neutrale nonostante la pressione esercitata di recente da molti politici, come il presidente del Senato Ignazio Benito La Russa, il ministro Carlo Nordio e il senatore Matteo Salvini, schieratisi decisamente contro le azioni di Ultima Generazione.
Non è finita qui però: il governo ancora non ha accolto le nostre richieste, e anzi ieri si è riunito per valutare di introdurre un’ulteriore misura disciplinare, l’arresto in flagranza, che, nel caso in cui venisse applicata sarebbe un forte segnale d’insofferenza e repressione (al quale non cederemo, anzi).
La azioni continuano, ci vediamo in strada!
#fridaysforfuture