Mauritius: enorme sversamento di petrolio in mare con danni agli ecosistemi

16 agosto 2020

Oggi la nave cargo giapponese arenata al largo dell’isola di Mauritius si è spezzata a metà. Diventa quindi ancora più difficile estrarre dal mercantile il carburante rimanente – che ammonta a circa 90 tonnellate di petrolio – con il concreto rischio che finisca tutto in mare.

Le autorità dell’isola stanno facendo il possibile, ma il ministro dell’ambiente ha ammesso che “il Paese non ha le competenze e le capacità di disincagliare le navi arenate”. Per questo stanno richiedendo supporto dall’estero, supporto che però non sembra intenzionato ad arrivare in fretta. Solo la Francia ha inviato una prima tranche di aiuti, mentre la compagnia giapponese che possiede la nave si è detta “disponibile a farsi carico dei costi delle compensazioni”.

Se non si agisce subito, però, i danni agli ecosistemi – e in particolare alla barriera corallina dell’isola – saranno irreparabili. Così come saranno irreparabili le conseguenze del continuo utilizzo di Combustibili Fossili!

Il petrolio è il passato.

Il carbone è il passato.

Il gas è il passato.

Dobbiamo cambiare il nostro modello di produzione di energia, puntando su fonti rinnovabili e sostenibili. Dobbiamo mettere al centro il diritto alla vita e al futuro di chi oggi non ha voce: i popoli indigeni, le fasce più deboli, le prossime generazioni. “Vogliamo Giustizia Climatica!”

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11 agosto 2020

Qualche settimana fa, il 25 luglio, una petroliera giapponese si è incagliata a 2 km a sud-est del Paese africano.L’equipaggio è stato subito portato in salvo e in un primo momento si è esclusa la possibilità di una perdita.

Ma così non è stato: da ormai cinque giorni una lunga scia di carburante di oltre 1000 tonnellate si sta spargendo a macchia d’olio nelle acque delle Mauritius. Minacciando, ora dopo ora, il prezioso ecosistema che vive in fondo al mare.

“Siamo in una situazione di crisi ambientale“, ha ammesso il ministro dell’Ambiente Kavy Ramano. “È la prima volta che affrontiamo una catastrofe di questo tipo e siamo equipaggiati in maniera insufficiente per gestire il problema”, ha avvertito il Ministro della Pesca Sudheer Maudhoo. E non è tutto: a bordo della nave restano 200 tonnellate di diesel e 2.500 di carburante. Il governo delle Mauritius ha fatto sapere che nei giorni scorsi gli sforzi per stabilizzare la petroliera sono falliti a causa del mare grosso, così come quelli per aspirare petrolio.

Ora si teme che la nave possa spezzarsi in due, accrescendo le fuoriuscite e innescando una catastrofe per la costa dell’isola, che ospita alcune delle barriere coralline più preziose del continente. È un caso? O è forse una conseguenza della nostra scelta di continuare a basare la nostra intera società sui combustibili fossili?

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Photo Credits: CNN

(Laura Morosoli, Dev Ramkhelawon, Eric Villars, Jean Aurelio Prudence, Daren Mauree)

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