di Oliver Milman, 8 marzo 2021
Un recente studio dimostra come la crisi climatica stia spingendo le regioni tropicali verso i limiti di abitabilità umana, con le crescenti temperatura e umidità dell’aria che minacciano di far cadere una larga parte della popolazione mondiale in condizioni di vita letali.
Lo studio avverte che se i governi non dovessero riuscire a contenere il riscaldamento globale entro +1.5°C rispetto all’era preindustriale, i territori nella fascia tropicale, che si estende ai due lati dell’equatore, rischierebbero di veder mutare in zone oltre “i limiti dell’adattabilità umana”.
La capacità umana di regolare la propria temperatura corporea dipende dalla temperatura e dall’umidità dell’aria circostante. La nostra temperatura corporea rimane relativamente stabile intorno a 37°C, mentre la pelle è più fredda e permette al calore di propagarsi all’esterno del corpo. Ma se la “temperatura di bulbo umido” – una misura della temperatura e dell’umidità dell’aria – dovesse aumentare oltre i 35°C, l’alta temperatura della pelle che ne seguirebbe, non permetterebbe più al corpo di raffreddarsi, con conseguenze potenzialmente fatali.
“Se c’è troppa umidità il nostro corpo non riesce a raffreddarsi con l’evaporazione del sudore – questo fa dell’umidità un fattore importante quando si valuta l’abitabilità in un clima caldo” ha affermato Yi Zhang, un ricercatore della Princeton University a capo del nuovo studio pubblicato su Nature Geoscience. “Temperature corporee troppo elevate possono essere pericolose e persino letali.”
Il gruppo di ricerca ha analizzato dati storici e simulazioni per determinare come cambieranno gli estremi della temperatura di bulbo umido mentre il pianeta continua a surriscaldarsi, e ha scoperto che ai tropici tali estremi aumenteranno allo stesso ritmo dell’innalzamento della temperatura media tropicale.
Ciò significa che il riscaldamento globale deve essere contenuto entro +1.5°C, così da impedire che le regioni dei tropici a rischio di superare i 35°C di temperatura di bulbo umido (così chiamata perché misurata da un termometro che ha il bulbo racchiuso in un panno umido, che aiuta a simulare la capacità degli esseri umani di raffreddare la pelle tramite l’evaporazione del sudore).
Tuttavia, condizioni climatiche pericolose si vedranno nei tropici anche prima di un superamento del limite dei +1.5°C, con il rischio concreto che già l’aumento di 1°C nella temperatura di bulbo umido massima “possa avere pesanti ripercussioni sulla salute, comparabili a quelle causate da un aumento di diversi gradi della temperatura atmosferica”. La temperatura media del pianeta è già salita di 1.1°C, a causa dell’attività umana e, nonostante i governi si siano impegnati, con gli accordi di Parigi sul clima, a tenere l’aumento della temperatura entro il +1.5°C, i climatologi temono che questa soglia limite possa venir infranta già entro i prossimi dieci anni.
Ciò avrebbe conseguenze drammatiche per vaste fasce dell’umanità. Circa il 40% della popolazione mondiale vive attualmente in zone tropicali, ed è previsto che questo numero cresca a metà della popolazione mondiale entro il 2050 a causa dell’elevato numero di giovani che abitano queste regioni. La ricerca condotta da Princeton è incentrata sulle zone che vanno da una latitudine di 20° Nord, parallelo che passa attraverso Messico, Libia e India, a una latitudine di 20° Sud, parallelo che attraversa Brasile, Madagascar e l’estremo nord dell’Australia.
Mojtaba Sadegh, un esperto di rischi climatici della Boise State University afferma che questo studio fa “un ottimo lavoro” nell’analizzare come l’innalzamento delle temperature “possa rendere alcune aree dei tropici inabitabili, a meno di ingenti investimenti per nuove infrastrutture.”
“Se questo limite fosse superato, rifugi d’aria fresca e infrastrutture del genere diventerebbero fondamentali per la sopravvivenza umana” afferma Sadegh, che non faceva parte del gruppo di ricerca. “Visto che molte delle aree interessate sono nazioni a basso reddito, la sfida a dotarsi delle infrastrutture necessarie sarà grande.”
“Sulla carta nessun essere umano può tollerare una temperatura di bulbo umido superiore ai 35°C, indipendentemente dalla quantità di acqua potabile che hanno a disposizione” ha aggiunto.
Questo studio è solo l’ultimo avvertimento che la scienza ci dà riguardo i pericoli rappresentati dal caldo. Alcuni studi hanno dimostrato che onde di calore estreme potrebbero spingere il Medio Oriente oltre i limiti di resistenza umana, e che l’innalzamento delle temperature porrebbe a serio rischio anche parti della Cina e dell’India.
Uno studio ha dimostrato che il numero di eventi di clima potenzialmente fatale, legati a temperatura e umidità, è raddoppiato a livello mondiale tra il 1979 e il 2017, e che circa 3 miliardi di persone nelle prossime decadi verranno spinte oltre i limiti di temperatura in cui gli esseri umani hanno vissuto, e prosperato, per 6000 anni.
Traduzione di Fridays For Future Italia
Photograph: Noah Seelam/AFP/Getty Images
Testo originale: https://www.theguardian.com/science/2021/mar/08/global-heating-tropical-regions-human-livability