Lunedì 19 ottobre le giovani attiviste per il clima Adélaïde Charlier, Martina Comparelli, Luisa Neubauer, Greta Thunberg e Laura Vallaro incontreranno virtualmente il primo ministro italiano Giuseppe Conte. Inviano un semplice messaggio al Primo Ministro Conte: è il momento di iniziare a trattare la crisi climatica come una crisi.
Quasi 130.000 persone hanno già firmato la lettera aperta che le giovani attiviste hanno inviato a tutti i leader dell’UE e del mondo a luglio. Lunedì chiederanno al Primo Ministro Conte di affrontare l’emergenza climatica e passare all’azione sulle richieste della lettera. Queste includono lo stop a tutti gli investimenti e i sussidi ai combustibili fossili, l’uscita dal fossile, rendere l’ecocidio un crimine internazionale, e l’istituzione di budget annuali di carbonio vincolanti basati sui migliori dati scientifici disponibili.
Nell’incontro con il Premier Conte, ad Adélaïde Charlier (Belgio), Luisa Neubauer (Germania) e Greta Thunberg (Svezia) si aggiungeranno due attiviste italiane di Fridays for Future, Martina Comparelli e Laura Vallaro. L’incontro si terrà lunedì sera alle 18.00 CEST in videoconferenza.
Da quando è stata pubblicata la lettera aperta, i leader europei hanno continuato a tenere la testa sotto la sabbia riguardo la crisi climatica, prendendo poche o nessuna decisione concreta, nonostante diversi incontri con le attiviste. Come primo passo, tutti i leader dell’UE dovrebbero garantire ora che i nuove politiche climatiche dell’UE siano in linea con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, senza utilizzare scappatoie o contabilità creativa.
L’Italia ha un ruolo cruciale da svolgere a livello UE e internazionale nell’azione per il clima in quanto terza economia dell’UE, ospite del G20 del prossimo anno e co-organizzatrice del vertice sul clima COP26.
Le attiviste spiegheranno ulteriormente il loro pensiero in vista dell’incontro con Conte in un testo pubblicato in italiano e inglese sul quotidiano Domani lunedì mattina.
“L’Italia ha firmato l’accordo di Parigi, ma sta facendo marcia indietro sull’azione per il clima. Non c’è una via di mezzo: bisogna eliminare le infrastrutture del gas e le campagne di greenwashing che le circondano per rispettare gli obiettivi di Parigi. Si tratta di scegliere tra il nostro futuro e i gasdotti. Come è possibile mettere i fossili prima delle persone?”, ha detto Martina Comparelli di Fridays For Future Italia.
“Le persone stanno già perdendo il lavoro, si ammalano, e muoiono a causa della crisi climatica. La pandemia ci ha mostrato quanto sia fragile l’attuale sistema economico e politico, e pensare di poter sopravvivere come civiltà su un pianeta più caldo di 3 o 4°C – che è la direzione in cui stiamo andando – è semplicemente assurdo. Il tempo per evitare il collasso climatico si sta esaurendo. Ma rinunciare significa condannare noi stessi e le generazioni a un futuro nel caos, e noi non lo accettiamo. Dobbiamo affrontare la realtà e trattare la crisi climatica come una crisi”, ha detto Laura Vallaro di Fridays For Future Italia.
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