Unitɜ nella lotta, il 25 novembre abbiamo scioperato al fianco di Non Una di Meno.
Nessuna lotta è un’isola.
Il possesso, l’annientamento, lo sfruttamento, l’oppressione. Si verificano nei confronti della Terra e dei popoli così come verso le donne e chiunque esca dai canoni binari.
Ribelliamoci a una cultura che ha normalizzato il possesso, giustificandolo con la gelosia. Che ha normalizzato lo sfruttamento nel nome del mercato.
Se non ci fossero categorie legittimate a sentirsi superiori o più potenti di altre, giudicheremmo negativamente ogni singola offesa e ogni accenno di violenza.
Non ci sarebbero più di 100 femminicidi ogni anno solo in Italia, e non dovremmo piangere le vittime delle alluvioni sempre più frequenti.
Non esiteremmo a condannare le istituzioni che non ci proteggono da chi ci opprime, che non educano la società al rispetto per ciò che fuori di noi, che non contrastano la crisi climatica.
Ma nell’attivismo vediamo la speranza, per questo continuiamo a Scioperare.
Le basi per un mondo migliore sono state piantate nell’elaborazione collettiva: ridare valore al lavoro di cura così come al lavoro della natura, rendere le città più sicure e adatte a uno stile di vita ecologico, abbattere la marginalizzazione e restituire identità a corpi e territori.
Trovare soluzioni comuni tra Ecologismo e Transfemminismo ci incoraggia e ci rafforza.
Siamo scesɜ in piazza a Roma e Messina, immersi nella marea, per spingerla avanti e farci trasportare. Siamo il grido altissimo e feroce, affinché tutto cambi!