Dal Sudan al Mali: le guerre climatiche si stanno scatenando nel Sahel

Le violenze scoppiate in Darfur dall’inizio degli anni 2000 hanno causato la morte di 300.000 persone, un vero e proprio genocidio (dati dall’ONU). Queste violenze hanno rivelato la presenza di un conflitto più ampio che sta diventando sempre più urgente ben oltre i confini del Sudan: un conflitto transnazionale tra comunità di pastori nomadi, che cercano spazio per i pascoli, e agricoltori legati alla terra.

Secondo molti analisti, il conflitto è riconducibile al noto fenomeno della desertificazione, cioè l’invasione del deserto nello spazio sempre più ristretto usato dai pastori. Essi sono costretti ad entrare in conflitto con gli agricoltori per avere le risorse per vivere. In Africa Occidentale e nel Sahel non esistono meccanismi che possano proteggere le persone, sia i pastori che gli agricoltori, dagli effetti sempre più devastanti della siccità.

Molti di questi stessi conflitti, benché radicati in tensioni e competizioni presenti da molto tempo, sono stati letti dall’Occidente solo come questioni di “sicurezza” politica o militare. E queste ostilità di lunga data, causate dallo scarseggiare delle risorse, vengono militarizzate sia dai gruppi armati che dai governi, e oltrepassano i confini.

Ma questa narrazione sul conflitto, incentrata solo sulla “sicurezza”, spesso ritrae i pastori come aggressori. Ma anche se vengono incolpati per i soprusi, anche loro sono vittime di insicurezza sociale ed economica: quando le violenze impediscono ai pastori di raggiungere i luoghi adatti per il pascolo, i governi non riservano loro alcun tipo di garanzia, nonostante questo settore costituisca il 40% dell’economia agricola del Sahel.

Ancora una volta, una sola verità vale su ogni continente: non vi sarà risposta all’altezza della crisi climatica se questa non sarà improntata alla giustizia climatica. Nei conflitti, perdiamo tutti. Il diritto al FUTURO o sarà comune a tutti, o non ci sarà!

Fonte “Dal Sudan al Mali, come le guerre climatiche si stanno scatenando nel Sahel” di Kaamil Ahmed, traduzione di Eleonora Diamanti@MeltingPot

(immagine L. Tato / AFP)

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