Il decreto legge approvato negli ultimi giorni dal governo contiene una norma estremamente pericolosa, che appartiene più alla cultura politica di regimi autoritari rispetto a quella di una democrazia liberale.
L’articolo 434-bis afferma infatti che chi “organizza o promuove” un evento da cui “può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica” potrà essere punito “con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000”.
Queste misure – estremamente vaghe, come potete leggere – si possono applicare a manifestazioni avvenute sia in luoghi privati che pubblici, come università, piazze, luoghi di lavoro. È stata approvata quindi una norma estremamente generica, che lascia grandissima discrezionalità ai prefetti su quali proteste punire e su come farlo.
Cosa si intende con “pericolosità”? Non è dato saperlo, perché la norma non lo specifica. Dipenderà tutto dal giudizio dell’autorità pubblica. Per quale motivo sono state stabilite pene così severe? Perché si è ampliato lo spettro d’azione dai rave a tutte le manifestazioni? Sono tutte domande senza risposta.
La strada tracciata dall’esecutivo però sembra chiara, e crediamo sia fondamentale – per la libertà di tutti e tutte – opporsi fermamente a misure di questo tipo.