Noi giovani siamo la futura generazione di lavoratori, che nei prossimi anni affronterà le avversità di un mondo sempre più ostile. Gli scienziati del clima indicano che forse non avremo nemmeno l‘opportunità di mettere in pratica ciò che oggi stiamo studiando.
Secondo l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite) abbiamo solo undici anni per evitare il collasso degli equilibri ecosistemici causato dal riscaldamento globale da gas serra; il punto di non ritorno potremo forse evitarlo solo a patto di una decarbonizzazione a livello globale entro il 2050.
Aumento di temperature, innalzamento del livello del mare, desertificazione, eventi climatici estremi distruttivi, scarsità di acqua, cibo, perdita di biodiversità: sono solo alcuni effetti della crisi climatica ed ecologica cui rischiamo di assistere inermi. Settori interi dell’economia, della società e la stessa civiltà umana per come l’abbiamo conosciuta rischiano il tracollo. In questo scenario catastrofico le disuguaglianze sociali si faranno ancora più estreme, poiché il fardello dei costi ambientali si scarica sugli ultimi anelli della piramide: i lavoratori, i disoccupati, gli studenti, i migranti.
Chi si trova in cima a quella piramide sono i governi e circa 100 grandi aziende private e pubbliche che stanno provocando la crisi globale e al contempo minimizzano o negano pubblicamente il problema. Le istituzioni italiane continuano a ignorare la voce degli esperti e trattano la grande mobilitazione sul clima di questi mesi con un misto di irritazione e condiscendenza. Il recente diniego da parte del Senato della Repubblica di dichiarare l’emergenza climatica per lo Stato Italiano è stato solo l’ultimo gesto di una politica che ha scelto di non agire.
Ma noi non possiamo stare a guardare mentre “la nostra casa è in fiamme”. Nessuno può.
E’ per questo motivo che il movimento Fridays For Future, nato e guidato da giovani e studenti, invita tutti ad unirsi a questa lotta: una lotta che non conosce età, categoria, gruppo o singoli. L’emergenza climatica ci riguarda tutti, indistintamente.
Lavoratrici e lavoratori: per noi siete interlocutori ineludibili. Ciò che rischia di pregiudicare il futuro nostro, dei vostri figli e dei vostri nipoti, è un’emergenza planetaria che innanzitutto pregiudica il vostro presente. In questi mesi abbiamo conosciuto la lotta di lavoratrici e lavoratori dell’industria pesante, dell’estrazione dei combustibili fossili, del petrolchimico, dell’edilizia e dell’industria agroalimentare e di tutti lavoratori delle attività più dannose per l’ecosistema e per la salute della popolazione. Sappiamo che sono loro, già ora, le prime vittime di questo sistema, poiché c’è una interconnessione strutturale tra il sistema che estrae forsennatamente le risorse del pianeta, ignorando i limiti imposti dalla natura, e il sistema iniquo in cui ad essere estratte sono le risorse umane dei lavoratori. Insieme stanno portando al collasso del nostro ecosistema e della nostra società.
Siamo certi che i sindacati che vi rappresentano e vi tutelano, i sindacati che già conoscono e in alcune occasioni hanno abbracciato le istanze e le rivendicazioni di Fridays For Future, vorranno farsi parte attiva per tutelarvi in questa vostra decisione, e non si risparmieranno in sforzi per avviare già oggi il cambiamento di paradigma necessario. Le due lotte, quella per un pianeta vivibile e quella per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, sono intimamente connesse, anzi: inscindibili. La necessaria conversione a un sistema ecologicamente sostenibile deve andare di pari passo con la tutela dei diritti dei lavoratori e delle fasce più deboli della popolazione.
Chiediamo ai governi investimenti ed incentivi per la transizione ecologica che al contempo rispettino i principi di giustizia sociale, ambientale e climatica. Sappiamo che questa trasformazione socio-economica radicale è l’unica che potrà portare prospettive diverse di occupazione e, contrariamente all’opinione comune, può creare più lavoro. Soprattutto lavoro migliore per tutti, persone e ambiente.
Costruire un percorso comune di pressione politica e consapevolezza sociale è quanto Fridays For Future propone ai lavoratori tutti, a partire dalle piazze e dalle manifestazioni in cui unire le nostre forze e i nostri numeri. È l’unica, ultima possibilità, per il nostro e il vostro futuro.
Vi invitiamo, quindi, in piazza e nelle strade nella giornata del terzo sciopero globale per il clima, indetto per il 27 del prossimo settembre. Unitevi a noi e se le istituzioni non vorranno riconoscere lo stato di emergenza in cui ci troviamo, sarà la nostra azione, con un’unica voce, a decretarlo.
Il futuro è già nel presente, è qui e ora, è in ogni venerdì di mobilitazione, in ogni piazza in ogni città.
25 giugno 2019
Fridays For Future Italia