Il 14 agosto è iniziata la MOBILITAZIONE GLOBALE PER L’AMAZZONIA, che fra quest’estate e l’autunno unirà movimenti sociali, organizzazioni e popoli indigeni in difesa della grande foresta pluviale, sotto attacco di governi corrotti, imprese estrattive, allevatori e speculatori.
I dati dei primi 10 giorni di agosto raccontano che l’Amazzonia vive il peggior inizio della stagione degli incendi degli ultimo decennio, con 10.136 incendi avvistati. Un aumento del 17% rispetto allo scorso anno, quando già i roghi avevano riempito le cronache di tutto il mondo e l’indifferenza del presidente brasiliano Bolsonaro aveva scosso la comunità internazionale. Le nuove statistiche fanno temere che quest’anno sarà anche peggiore, con la foresta e la sua vita rigogliosa sempre più minacciate dagli appetiti dell’agroindustria e del settore minerario.
Nell’ultimo anno anche la deforestazione è aumentata, con 9.205 kmq rasi al suolo da agosto 2019 a luglio 2020. Il 34% in più della rilevazione precedente. Oltre ad ospitare il 10% delle specie viventi sul pianeta, la foresta amazzonica è in grado di assorbire il 9% del carbonio globale, contribuendo in maniera importante a mitigare il cambiamento climatico. Fra i suoi alberi vivono oltre 420 comunità indigene, che parlano 86 lingue e 650 dialetti. Un patrimonio di cultura e pratiche ancestrali che ogni giorno è minacciato dall’espansione criminale di allevatori, signori delle miniere, commercianti di legname.
L’Unione Europea e l’Italia stanno incoraggiando questo delitto planetario, perché promuovono un trattato commerciale con i paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay) che ha un unico obiettivo: fare piazza pulita di regole, controlli e dazi per comprare carne, soia, canna da zucchero e prodotti agricoli a costo più basso dall’America latina. Tutte queste filiere sono collegate alla deforestazione dell’Amazzonia, che l’Europa non riesce a limitare perché non sanziona quasi mai le imprese che sfruttano l’ecosistema e violano i diritti. E invece di porre rimedio, con il trattato Eu-Mercosur propone di allentare ulteriormente i controlli sullo scambio di questi prodotti ad altissimo impatto ecologico!
Non possiamo permetterlo: le pur deboli promesse del Green Deal sono incompatibili con un accordo devastante come questo, che rende il nostro paese e il nostro continente complici consapevoli degli incendi e della deforestazione. Chiediamo una volta per tutte che il Parlamento si metta di traverso e impedisca al governo di portare avanti la ratifica del trattato EU-Mercosur, che imponga il rifiuto di questa globalizzazione predatoria e che prenda invece sul serio la crisi ecologica, i diritti umani e gli effetti del cambiamento climatico.
Il 14 agosto c’è stato il primo Sciopero Digitale Globale per l’Amazzonia!
Se te lo sei perso, puoi sempre partecipare: scattati una foto con un cartello sul tema (una frase, un disegno o entrambi, denunciando gli incendi o invitando i politici ad agire) usa gli hashtag #amazonizate #amazoniasinfuego #sosamazonia e passaparola ad amici e parenti, alziamo le nostre voci!
Il capitalismo sta continuando a depredare l’Amazzonia, anche mentre ci troviamo nel bel mezzo di una crisi sanitaria globale…