a cura di redazione Fridays For Future Italia
Il Corno d’Africa in queste settimane è nel mirino di una micidiale triade che minaccia la vita di milioni di persone, composta da una stagione di alluvioni torrenziali devastanti, dall’arrivo nel continente della pandemia di Covid-19 e dal perdurare di una piaga di locuste di proporzioni mai viste da 70 anni.
Chi pensa che sia in qualche modo il fato, che quel continente sia destinato a subire tali flagelli, ignora che la causa principale di questi terribili impatti sulle vite di milioni di persone è una sola. E per capire qual è, bisogna… guardare il mare. Di preciso, il Mar Arabico, il quadrante nord dell’Oceano Indiano.
Come dimostrato nel 2013, il surriscaldamento globale ha portato a oscillazioni estreme il fenomeno del Dipolo dell’Oceano Indiano (IOD), oscillazioni che si esprimono nell’aumento di frequenza e nella severità dei sistemi di scarico di quell’eccesso di energia. Che a queste latitudini si chiamano cicloni. Le due stagioni cicloniche dell’Oceano Indiano del Nord, del 2018 e del 2019, hanno infranto ogni record, la prima superando quella storica del 1992 con la formazione di ben sette cicloni, il doppio della media, di cui uno “extremely severe”. Stagione superata per intensità l’anno dopo, con l’imperversare di otto cicloni, di cui due “extremely severe” e uno addirittura di categoria “super”, categoria che non si registrava dal 2007.
Di questa attività estrema dei sistemi ciclonici, il sistema all’origine delle attuali tragedie è stato il ciclone Mekunu nel maggio 2018. È con le sue piogge che le locuste nei deserti dello Yemen hanno cominciato a moltiplicarsi a dismisura. In una stagione normale, un’estate-autunno tipico yemenita avrebbe limitato naturalmente eventuali espansioni degli sciami locali. Invece è sopraggiunto ad ottobre il ciclone Luban: è stato solo il suo impatto che ha sconvolto gli equilibri, permettendo la proliferazione fuori stagione di questa specie. E così le locuste non aspettavano altro che una fitta stagione ciclonica come quella del 2019 per moltiplicarsi esponenzialmente di generazione in generazione, e di conseguenza dover conquistare nuovi territori. Con il succedersi, nella seconda metà del 2019, dei tre cicloni di eccezionale impatto ed intensità – Hikaa a fine settembre, Kyarr a fine ottobre e infine Pawan a inizio dicembre – i limiti degli ecosistemi erano ormai superati, e i megasciami attivi nei territori abituali (Yemen, Arabia Saudita, Oman, Sudan, ed Eritrea) hanno iniziato a sconfinare nel Corno d’Africa, prima in Somalia e in Etiopia, e a febbraio 2020 fino in Kenya.
Ma quello che le locuste trovarono nel Corno d’Africa a inizio di quest’anno erano condizioni già in via di sconvolgimento a causa di un altro impatto climatico – con cui hanno però in comune l’origine. In Africa la proverbiale minaccia alla sussistenza – sia per l’agricoltura che per le mandrie di bestiame – è la perenne siccità. Quella che l’estate scorsa in Kenya raggiunse una gravità che non si vedeva da 35 anni. Ma subito dopo, in concomitanza con la stagione ciclonica nel Mar Arabico, per il nord-est dell’Africa la minaccia si è capovolta: il 2020 si sta rivelando l’anno più piovoso di sempre. Da marzo è iniziata la stagione delle lunghe piogge, quest’anno di una severità inaudita. I fiumi stanno esondando in Etiopia, in Somalia, e nella fertile Rift Valley in Kenya, e sta esondando perfino l’immenso lago Victoria, minacciando allo stesso modo tutti i paesi che lo circondano (Burundi, Rwanda, Uganda e Tanzania): le inondazioni hanno già cancellato migliaia di ettari di colture, i danni alle abitazioni e alle infrastrutture (strade, rete elettrica, ospedali) sono ingenti, le vittime sono già centinaia, gli sfollati decine di migliaia. E siamo solo all’inizio del calendario dei cicloni…
Come crudele coronamento di queste alluvioni torrenziali, ora è sopraggiunto in queste regioni il rischio Covid-19. E in questo tragico scenario, la popolazione sta assistendo all’ulteriore infittirsi della piaga delle locuste. Quella di febbraio fu già la peggiore mai vista da decenni, e in Kenya da 70 anni. Il perdurare delle precipitazioni ha procurato nuova vegetazione da decimare, garantendo alle locuste nuova energia, e nuove covate. Solo in Etiopia l’ondata di febbraio ha distrutto oltre 200.000 ettari di colture. La nuova generazione di locuste, voraci giovani adulti pronti a partire a maggio con nuove incursioni distruttive, si stima essere 20 volte maggiore. Se dovesse imperversare incontrastata, l’ondata successiva sarà 400 volte maggiore, e quella dell’autunno 8000 volte tanto…
Considerato che la durata di queste super ondate di locuste si conta in anni, come visto in Madagascar o nel Sahel, e che uno sciame tipico consuma al giorno una quantità di colture pari al fabbisogno di 35000 persone, le ripercussioni sono enormi. Il costo in termini di vite messe a repentaglio per questa carestia è inimmaginabile.
Per questo multiplo colpo mortale, il WFP (World Food Program) prevede che entro fine 2020 il numero delle persone colpite dalla carestia raddoppi, portando in fin di vita 250 milioni di persone – sarebbe come privare di cibo l’intera popolazione dei quattro maggiori paesi europei (Germania, Francia, Italia e Spagna) messi insieme.
Ed ecco come un oceano, privato del suo equilibrio per sovraccarico di energia, che non può che rilasciare quell’energia in eccesso tramite feroci cicloni sempre più frequenti, sta alla radice di devastazioni dirette e indirette tali da rendere un intero continente invivibile. Le popolazioni vulnerabili che ora si ritrovano vittime, oppure sfollate, in cerca di cibo e rifugio, sono le vittime dirette di ecosistemi stravolti. E sappiamo chi è stato a stravolgerli.
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Per maggiori informazioni:
E. Gerola, AtlanteGuerre: I giorni della locusta
M. Stone, National Geographic: La piaga delle locuste in Africa orientale potrebbe dipendere dal cambiamento climatico
Fonti generali:
B. Ghosh, Japan Times: Locusts, pandemics, floods: East Africa can’t catch a break
M. Stieb, NYMagazine: So There’s a Locust Plague Too?
N. Wadekar, Quartz Africa: Two new generations of locusts are set to descend on East Africa again – 400 times stronger
K. Ahmed, Guardian: Locust crisis poses a danger to millions, forecasters warn
A. Wasike, DW: Climate change threatens Africa’s Masai
P. Kleinfeld, New Humanitarian: COVID-19 hampers response as ‘perfect storm’ of locusts builds in East Africa
C. Anna, AP: How climate change feeds Africa locust invasion
FAO Locust Watch: Desert Locust situation update
IOD e cicloni nell’Oceano Indiano del Nord:
J. Nandi , Hindustan Times: Experts see climate change link as more cyclones form
P. Uchao, BBC: Indian Ocean Dipole: What is it and why is it linked to floods and bushfires?
North Indian Ocean Cyclone season 2018
North Indian Ocean Cyclone season 2019
Inondazioni in Kenya e nel Corno d’Africa:
C. Migliore, 3BMeteo: Devastanti alluvioni colpiscono l’Africa orientale, centinaia di vittime.
A. Russell, UC Davis: The Year the Short Rains Never Stopped in Kenya
WMO: More heavy rainfall hits East Africa amid locust invasion
G. Satia, Kenya News: Floods Render Families Homeless
J. Kamoga, East African: More displacements in Uganda as Lake Victoria swells
E. Manyibe, Kenyans: Floods Kill more Kenyans Than Coronavirus
Insicurezza alimentare e pandemia Covid-19:
O. Ragusa Sturniolo, Focus on Africa: Covid-19, allarme di Azione contro la Fame: “In Africa emergenza nell’emergenza”
J. Vermes, CBC: Facing COVID-19, crumbling economies and locusts, expert warns of another crisis: famine
A.L. Dahir, NYT: ‘Instead of Coronavirus, the Hunger Will Kill Us.’ A Global Food Crisis Looms.
ASAP Assessment, EU Science Hub: COVID-19 expected to aggravate the effects of other food security threats in Africa
FSIN: 2020 Global Report on Food Cises
S. Okiror, Guardian: Second wave of locusts in east Africa said to be 20 times worse