La pandemia ci chiude nelle nostre case, gettandoci giorno dopo giorno nell’incertezza e nella preoccupazione per i più vulnerabili e per ciò che ci aspetta quando tutto questo sarà passato. Eppure, tutto questo, la Primavera non lo sa. E, come ogni anno, esplode gloriosa sui balconi e nei giardini delle nostre città.
Le sirene delle ambulanze di passaggio nei nostri quartieri, congelano il sangue e il tempo. Non sono gli unici suoni. Sporadiche manifestazioni di vita da balconi e giardini ricordano che la vita stessa lotta sempre per sopravvivere. E in mezzo a tutto questo, le melodie degli uccelli trionfano quotidianamente sui rumori del traffico ormai spento.
Ci sono anatre che attraversano le strade deserte delle nostre città con i pargoli in fila indiana, conigli che saltellano nei parchi. Nelle località marittime avvistiamo delfini e tonni, mai giunti prima così vicini alla costa, tra acque limpide e libere dal via vai delle imbarcazioni.
Gli animali si riprendono i loro spazi. Non girano così liberamente da almeno 100 anni. Homo Sapiens, il superpredatore, è chiuso in casa. La Natura pare mostrarsi in questo modo inedito a noi proprio per mostrarci qualcosa. È un’occasione unica.
Pare volersi far riconoscere, volersi far chiamare per nome. Chi è quell’uccello che canta in quel modo ogni giorno fuori dalla finestra? Da dove viene, dove va, è sempre stato qui? Di cosa si ciba, cosa cerca, cosa teme? Forse quell’esserino sa attraversare continenti interi…
E noi, la nostra “attenzione” dove è stata fino ad ora? Perché non lo abbiamo mai notato prima. Eravamo così facilmente distratti nella nostra vecchia routine. Casa, scuola/lavoro, sport, amici, famiglia – per chi li aveva. Eppure ora, in questa reclusione forzata, eccoci l’opportunità di “prestare attenzione” a qualcosa di nuovo. Anzi, a qualcuno. Una pianta, un animale sono vivi, non sono cose, oggetti che abbelliscono – o intralciano- il paesaggio e il nostro passaggio.
Chi sono quelle piante che ieri erano ancora spoglie e già oggi hanno una nuova chioma di timide foglie sgargianti? Eppure loro non si possono spostare, sono sempre state qui, davanti ai nostri occhi, giorno dopo giorno, testimoni delle nostre giornate, dei nostri momenti migliori e peggiori. Come degli amici invisibili loro ci sono sempre. Non sappiamo però come si chiamano, quali sono le loro caratteristiche che gli esperti già da tempo ci hanno reso accessibili.
In un battito di ciglia i nostri riferimenti si ampliano, il nostro quartiere non è più il posto di prima. Ora lo “vediamo”, con occhi diversi. E soprattutto, lo vediamo “vivo”. Non solo di vite umane, vecchie e nuove – vicini con cui non avevamo mai parlato prima – ma anche di vite altre, sconosciute, affascinanti e misteriose, dotate di un’intelligenza per certi versi ancora insondabile.
Le nostre vite sono interconnesse, non siamo soli. Mai. Siamo tutti parte della Natura. Viviamo tutti nella stessa casa. Eppure, chi di noi ha già preso coscienza della crisi climatica, sa già che la nostra casa è in fiamme.
Raccogliamo quello che seminiamo. Ma possiamo smettere di seminare distruzione. Possiamo rispettare gli spazi delle altre specie. Punire il nostro istinto predatorio come un crimine contro la vita, vivere in armonia con la Natura, di cui siamo parte, rispettandola, perché rispettare lei significa rispettare noi stessi, la nostra stessa vita.
SPUNTI CONSIGLIATI:
Animali in libertà:
Articolo: “Quando gli animali selvatici entrano in città”, Scienza in Rete
Lettura: “How to do Nothing – Resisting the Attention Economy”, un libro di Jenny Odell ( tra i libri consigliati sul nostro sito per Quarantena For Future)
Concetto da riesplorare (per grandi e piccoli): Bioregione. Conoscere animali e piante che vivono nella nostra zona.
App (gratuita): iNaturalist, della California Academy of Sciences e della National Geographic Society per il riconoscimento di flora e fauna contribuendo alla Scienza della Biodiversità.
Campagna: Ritorno al Futuro, per la ripresa che vogliamo.