C’erano anche le attiviste e gli attivisti di Fridays For Future Italia al presidio dei lavoratori Marelli di fronte alla Regione Emilia-Romagna, a Bologna. Una risposta alla destra di governo che cerca di dividere movimento per il clima e sindacati, ma soprattutto alla proprietà che intende lasciare a casa centinaia di persone
«Apprendiamo dalla stampa che il fondo statunitense che controlla l’azienda dà la colpa ai prezzi dell’energia troppo alti e alla transizione all’elettrico. Ma la verità è che la proprietà ha avuto tutto il tempo di mettere in pratica un serio piano di conversione, e ha scelto di non farlo. Ora le conseguenze le pagano non i manager evidentemente poco lungimiranti, ma le lavoratrici e i lavoratori che hanno sempre fatto il loro dovere» dicono gli attivisti dal palco del presidio. «Questo è inaccettabile. Si vada al tavolo, si fermino i licenziamenti, si lavori alla transizione». Infatti la vicenda Marelli vive di cattive scelte industriali da quando la Fiat la cedette ormai più di 4 anni fa, segnando il totale disinteresse per la transizione ecologica italiana data l’importanza strategia dell’azienda per la filiera dei motori elettrici
«Questi sono i primi licenziamenti della mancata transizione» scrive il gruppo bolognese di Fridays For Future. «L’Italia continua ad accumulare ritardo e la politica si crogiola nel negazionismo. La smania di profitto è alla base di questa decisione. Ci accodiamo alle giuste richieste dei sindacati: prima di tutto serve fermare i licenziamenti. Poi si lavori ad un piano di conversione. Da questo momento in poi saremo a fianco di lavoratrici e lavoratori ai picchetti, ai cortei, ai presidi. E siamo felici di sapere che rappresentanti del lavoro metalmeccanico parteciperanno allo sciopero globale per il clima di venerdì 6 ottobre».
«Meloni e il suo governo stanno tagliando fuori l’Italia fuori dai mercati che si stanno formando e togliendo i fondi del PNRR rivolti alle politiche sociali e ambientali, mentre è evidente che serve spingere sulla conversione e sulla formazione» aggiunge Fridays For Future Italia. «Lo abbiamo detto fin dall’inizio, la transizione deve passare attraverso i lavoratori e non su di loro».
A dispetto di quanto si sente dire, la battaglia per una transizione giusta è tutt’altro che ideologica e tocca molto da vicino la vita di tante persone. La non-transizione mostra i suoi effetti, ma come dimostra la coesione dei lavoratori della Marelli e degli attivisti di Fridays For Future, ci sono sempre più persone e categorie a pretendere il cambiamento.