L’allerta nelle città romagnole è massima. Cesena, Forlì e Faenza sono alluvionate, si contano i morti e i dispersi, le strade sono allagate o interrotte da frane e alberi caduti. “Restate a casa”: questo il messaggio delle amministrazioni. Peccato che neanche la propria casa sia un luogo sicuro per tuttə ormai. Quella stessa Romagna della cementificazione selvaggia, delle auto e dei megastore, ora si dispera perché il suolo arido non riesce a contenere questa grande quantità di pioggia. Intanto la Diga di Ridracoli, da cui molti Comuni dipendono per l’acqua potabile, è stata parzialmente svuotata in via preventiva per evitare inondazioni, nonostante negli ultimi mesi l’acqua potabile scarseggiasse.
Abbiamo risposto al tweet della Presidente Giorgia Meloni che parla di “forte maltempo”, non è maltempo, ma é crisi climatica, e non possiamo più sperare di poterla ignorare o negare perché accade dalla parte opposta del pianeta. Ora è arrivata qui.
Ci mobiliteremo in tutta Italia Venerdì 19 Maggio per dire che “Questa pioggia è crisi climatica”. Non si tratta di una frase provocatoria, è scienza.
Ogni volta che si verifica un’alluvione bisogna ricordare che si tratta dell’altra faccia della medaglia della carenza di acqua: i terreni aridi e secchi non sono in grado di assorbire la grande quantità di pioggia che cade nell’arco di pochi giorni, le acque si accumulano in superficie e causano le catastrofi che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi. Questi disastri umanitari, economici ed ambientali causati dalle piogge torrenziali saranno sempre più all’ordine del giorno se non riconosciamo le nostre responsabilità e non agiamo sulla causa: i cambiamenti climatici.
“Mentre le Amministrazioni Comunali raccomandano ai cittadini i comportamenti da adottare, all’insegna della massima prudenza, noi ci domandiamo: per quanto ancora continueremo a finanziare i combustibili fossili, emettere gas serra e sostanze inquinanti?” chiede Agnese Casadei, portavoce di Fridays For Future Italia, e aggiunge: “Quante altre trivellazioni vogliamo autorizzare a Eni a Ravenna? Quanto vogliamo continuare a cementificare con inutili supermercati e megastore? Quante altre persone dovranno essere evacuate dalla propria abitazione perché i politici inizino a trattare la crisi climatica come un’emergenza, e agire per contrastarla?”
Il tempo sta scadendo, quello che ci sembrava appartenere ad un futuro remoto oggi sta diventando la drammatica “normalità”.
Esprimere vicinanza non basta.
Osservare inermi non è sufficiente.
Il momento di agire è ora!