Oggi Michele Ghidini, attivista di Fridays for future di Brescia, parteciperà alla presentazione del Trattato contro la Proliferazione dei combustibili fossili alla Camera dei Deputati.
Parlerà mentre il nostro pease è posto di fronte a ondate di caldo e siccità, conseguenze della crisi climatica.
La terra, infatti, si è riscaldata di circa +1,2°C rispetto ai livelli preindustriali: le nazioni hanno concordato, al vertice delle Nazioni Unite sul clima COP26 lo scorso novembre, di cercare di non farle salire di oltre 1,5°C. È anti-scientifico dire che i cambiamenti climatici potranno essere affrontati con alberi per fare ombra e tetti bianchi mentre si stima che a +2°C di riscaldamento circa 1 miliardo di persone soffriranno di caldo estremo
Non possiamo permetterci di ignorare una crisi di cui già viviamo le conseguenze.
Dobbiamo agire subito perché, come spiegato da Katharine Hayhoe, capo scienziata di Nature Conservancy, “non possiamo adattarci alla crisi climatica. Se continuiamo con le normali emissioni di gas serra, non è possibile alcun adattamento. Semplicemente non possiamo.”
Agire significa, tra le altre cose, smettere subito di estrarre combustibili fossili.
Come Michele sta dicendo alla Camera, però, “(stiamo spostando i soldi dalla Russia a Stati non proprio famosi per la loro democrazia e il rispetto dei diritti umani. )L’Italia, attraverso Eni, è oggi la più attiva nel mercato africano dei combustibili fossili. Proprio in questi giorni la compagnia partecipata italiana è entrata nel più grande progetto di espansione del Gas Naturale in Qatar. I nostri decisori politici sono “pericolosi e radicali”.”
Chiediamo quindi a tutti i parlamentari di cambiare direzione, di scegliere di ascoltare la scienza e di aderire al Trattato per fermare la proliferazione di petrolio, gas e carbone. Chiediamo anche al ministro Cingolani e al presidente del CDM Draghi di firmarlo.
Dicono sempre che importa loro del nostro futuro. Finora non hanno fatto che dimostrare il contrario, vogliamo vedere se continueranno così. In questi giorni appare più chiaro che mai come agire sia una necessità per salvare non solo il nostro fututo ma il nostro presente.
Ieri, 21 giugno, presso il Tribunale Civile di Roma si è tenuta la seconda udienza dell’azione legale intentata da 203 soggetti contro lo Stato Italiano per inazione climatica. Per la prima volta da quando è stato deposito l’atto di citazione nel giugno del 2021, le parti si sono trovate l’una di fronte all’altra per presentare alla giudice le proprie argomentazioni.