Sicilia in desertificazione ed Eni inquina

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ENI APRE UN NUOVO GIACIMENTO DI GAS A LARGO DELLA SICILIA

Dopo 18 anni dalla sua scoperta viene aperto il giacimento di gas Argo Cassiopea al largo della Sicilia. Eni ha dovuto affrontare i ricorsi di WWF e Legambiente, nonchè un parere negativo della Regione Sicilia, ma alla fine è riuscito ad aprire un nuovo giacimento che, con la scusa dell’indipendenza energetica, ci allontana ancora di più da una transizione ecologica rapida e giusta.

L’Italia nel 2023 ha consumato circa 65 mld di m³ di gas naturale importato e, a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, i governi europei stanno incoraggiando le estrazioni in patria, per aumentare la propria indipendenza. Mentre una transizione verso le rinnovabili ci renderebbe davvero indipendenti dalle potenze straniere, grazie a una produzione locale decentralizzata, spesso le dittature non rispettose dei diritti umani puntano al solo desiderio di potere e business.

IL 70% DELLA SICILIA E’ A RISCHIO DI DESERTIFICAZIONE

Nel frattempo quella stessa Sicilia in cui si è deciso di estrarre ancora, assomiglia sempre di più a un deserto. Da maggio il governo ha istituito lo stato di emergenza e il 70% dell’isola è a rischio desertificazione e l’agricoltura è in ginocchio, dopo che nel 2023 l’isola aveva già subito circa 60 milioni di danni a causa dei roghi estivi. I laghi sono a secco, le famiglie riempiono le cisterne perché rischia di mancare anche l’acqua da bere e i pastori abbattono in massa il bestiame.

Nel frattempo il turismo non si ferma e, anzi, sovraccarica la rete idrica, ma, in quest’agosto di crisi climatica, la Sicilia è diventato un emblema dell’ingiustizia che abbiamo davanti, si continua a viaggiare, a estrarre e a consumare, e nel frattempo la catastrofe è davanti ai nostri occhi.

Grafiche e testo a cura di Fridays For Future Torino

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