Ad oggi sono gli stessi paesi colpiti dalle catastrofi, che però in media hanno contribuito meno alle emissioni climalteranti.
Ma non può più andare avanti così: i paesi MAPA richiedono da tempo di creare una struttura finanziaria di Loss And Damage, per risarcire economicamente i paesi colpiti, intervenire per riparare i danni e far pagare i costi delle devastazioni ai paesi più ricchi e più responsabili.
Teniamo gli occhi puntati sulla COP affinché vengano presi impegni seri e ambiziosi per il Loss And Damage, non c’è più tempo da perdere.
Scorri le immagini:
I colloqui sul clima in Egitto si sono conclusi domenica 20 novembre dopo una notte in bianco in attesa della riunione plenaria.
Com’è andata?
La COP27 ha compiuto un passo importante verso la giustizia climatica, con l’istituzione di un fondo per perdite e danni (il “loss and damage”) che verrà reso operativo nel prossimo periodo.
La spinta è venuta dai paesi MAPA più colpiti, stavolta con il sostegno dell’Unione Europea, che è riuscita a superare le resistenze di Cina e Stati Uniti.
Quasi nessun risultato invece per quanto riguarda la mitigazione, cioè gli impegni di riduzione delle emissioni per poter restare entro gli 1,5 gradi di aumento della temperatura.
Il testo finale parla per la prima volta di fonti rinnovabili, ma cita anche “energia a basse emissioni”: una buona tattica per considerare ancora il gas come fonte sostenibile.
Nessun fondo sarà in grado di riparare le perdite se non ci occupiamo di ridurre nettamente le emissioni.
Eppure non tutto è da buttare e le COP restano uno strumento essenziale, dobbiamo continuare a fare pressione.
Il loss and damage era impensabile solo fino a qualche settimana fa.
Da qui nasce la speranza, da qui riprende la lotta.
• In collaborazione con Cambiamemento Climatico